Il difensore dei rossoblù si racconta a 360°: "Avevo un sogno e l'ho realizzato: aiutare i miei con il pallone"
"Da piccolo lo scrivevo sulla parete di casa: voglio diventare un calciatore professionista e portare avanti la famiglia". Yerry Mina è diventato un gran calciatore, un bel difensore. "Grazie a Dio", anticipa lui. Una stella della Nazionale colombiana che ha giocato con Palmeiras, Barcellona, Everton, Fiorentina e ora è il leader indiscusso del Cagliari. "Panita", Yerry ti accoglie sempre così: "Vuol dire che sei un amico vicino e io tengo tanto ai rapporti umani. Ho creato la Yerry Mina Foundation, il Club Deportivo Yerry Mina. Se ne occupa tanto mio padre Josè Eulises. Cerchiamo di togliere i ragazzi dalle strade sbagliate, dalla droga, attraverso lo sport".
Suo padre era portiere.
"Ha giocato col Deportivo Cali. È andato in Ecuador, era bravo. Poi ha dovuto lavorare. Ha 50 anni, mi ha avuto giovane".
Che famiglia è la sua?
"I miei sono divisi, ma sono legato anche a mamma. Ho due fratelli. Uno è forte. Ha 20 anni, fa il terzino sinistro alla Red Bull New York. Chissà che un giorno possa arrivare pure lui al Cagliari. Abbiamo il pallone in testa. Io volevo arrivare, ero ambizioso. Andavo ad allenarmi anche a piedi, un’ora di strada. Non avevo i soldi per l’autobus. Era difficile".
Come è arrivato in alto?
"Facevo tanti provini, mi scartavano. 'Sei magro, sei scarso'. Ma io insistevo. Un giorno mio zio, che mi ha fatto da procuratore, mi ha detto 'vai al Deportivo Pesto'. E grazie a Dio ce l’ho fatta. Avevo la motivazione di aiutare la famiglia".
A 22 anni è sbarcato al Palmeiras.
"Uno squadrone, vincemmo il titolo. Ho sentito la fiducia dell’allenatore".
Ed è arrivato al Barcellona a 24.
"C’era anche il Real Madrid, ma io volevo il Barcellona. Sono arrivato e Valverde mi ha parlato solo il primo giorno. Per sette mesi non mi ha rivolto la parola, pur vincendo la Liga e la Coppa ho giocato poco e ho avuto un infortunio al piede dopo un fallo di Rakitic in allenamento".
Come è stato vivere accanto a Messi?
"Voleva sempre vincere. Bisogna prendere esempio da lui".
Chiuso col Barcellona, è arrivato l’Everton.
"Volevo lasciare Barcellona anche se la curva mi adorava. Ma volevo giocare. Mi chiamò Mourinho che era al Manchester United. Mi disse 'se stai bene giochi'. Ma dovevo recuperare. Marco Silva mi ha convinto ad andare all’Everton. Sono stati 5 anni belli, ho avuto Ancelotti, un grande. Partimmo bene, poi ci infortunammo in cinque. Ma che bella la Premier".
Nel 2023, ecco l’Italia, la serie A: Firenze.
"C’erano Fiorentina e Cagliari. Oltre ai francesi, gli arabi, la Liga. Volevo misurarmi con la A. In nazionale mi sono infortunato. Lavorai per recuperare. Ma il tecnico Italiano, poi mi disse: 'Se vai in nazionale con me non giochi'. Alla nazionale non rinuncio, ho fatto tre gol in tre partite al Mondiale, un dono di Dio dopo momenti difficili".
Così a gennaio 2024 ha scelto davvero Cagliari.
"Mi chiamò Ranieri. Mi disse che aveva bisogno di un difensore di personalità. Gli dico 'Vengo subito, ma voglio giocare'. Mi ha gestito bene, per lui era fondamentale avermi al 100%. Ranieri è bravissimo. Sa come lavorare con ogni calciatore".
Poi ha avuto Nicola e ora Pisacane.
"Con Nicola sono stato bene, Pisacane mi piace. È un amico. Chiede aggressività. Ha grinta e te la trasmette. Era così da difensore. E io pure: un guerriero che lascia il cuore in campo. Possiamo fare un bel campionato. Sono restato rinunciando a delle offerte, ma sento la fiducia, la gente mi vuole bene. Io, mia moglie Geraldine e i nostri due figli amiamo Cagliari. Mia moglie è stata sempre un supporto essenziale per me".
Chi è il suo amico in squadra?
"Zito Luvumbo. Persona splendida".
E nel calcio?
"Juan Cuadrado. Un fratello. Lo sento ogni giorno. Mi ha insegnato tanto. È una macchina. Fa tutto bene. E vuole la nazionale. Io ho preso da lui. Vado due ore prima al campo, faccio massaggi, palestra, ghiaccio, curo l’alimentazione: pollo e pesce".
L’attaccante più tosto?
"Lukaku. Mi piace giocare contro di lui, ogni volta è una battaglia. Spero torni presto".
Domenica se la vedrà con Kean e la Fiorentina.
"Ci ho giocato all’Everton. Forte e brava persona. Sarà una bella partita. Ma temo Dodò, scambieremo la maglia".
Mina, ha sbagliato con l’Entella. Chi è il rigorista del Cagliari?
"Io (ride). Ma tanti calciano bene. Deciderà il mister".