Wimbledon: Alcaraz rimonta Rublev tra distrazioni e magie. Ai quarti trova l'inglese Norrie

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Lo spagnolo perde il primo set, poi non dà scampo al rivale. Ora troverà l'idolo di casa che ha superato Jarry dopo una maratona di oltre 4 ore

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato

6 luglio 2025 (modifica alle 22:14) - LONDRA

Carlos Alcaraz c’è. A modo suo, soffrendo e divertendosi, ma lo spagnolo è ai quarti di finale di Wimbledon dopo il 6-7 (5) 6-3 6-4 6-4 in due ore e 43 minuti con cui ha steso sul Centrale Andrey Rublev nella prima sfida tra top 20 dell’edizione 2025 dello Slam sull’erba. La sua marcia continua con la vittoria consecutiva numero 22, la striscia più lunga della sua carriera, e numero 16 sull’erba (a Wimbledon ora non perde da 18 partite e oltre 50 ore di gioco), ma prosegue tra quegli alti e bassi che hanno contraddistinto finora il torneo del numero 2 del mondo: sbaglia, prova a crescere ma quando serve fa sempre la differenza. Al contrario di Rublev, illuso dal primo set vinto al tie-break, che con questa ha perso 11 delle 11 partite giocate in carriera negli slam contro uno dei migliori 5 al mondo. Alcaraz invece ora mette nel mirino Cameron Norrie, avversario martedì, arrivato ai quarti col 6-3 7-6 (4) 6-7 (7) 6-7 (5) 6-3 in quattro ore e 27’ sul cileno Jarry. 

LE CHIAVI

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Troppi errori (36 non forzati alla fine), ma anche la sua miglior partita di questo Wimbledon col servizio (22 ace). Un inizio iper negativo, a livello di quel quarto set con Fabio Fognini all’esordio in cui "non sapevo più cosa fare", finendo sotto 4-1, ma poi Alcaraz ha comunque fatto le cose migliori, concedendo un solo break a Rublev e frustrando i suoi timidi tentativi di rimonta. Carlos si è meritato questa rimonta, e continua questo suo percorso parallelo ma contrario a quello di Sinner: Jannik non è mai andato oltre le due ore di gioco finora, Alcaraz sempre sopra; l’azzurro sembra una macchina quasi perfetta che ha solo bisogno di essere oliata e non ha ancora concesso un set agli avversari mentre lo spagnolo è capace di splendide accelerazioni improvvise ma è ancora alla ricerca del ritmo, superando in tre set solo il 733 del mondo Oliver Tarvet. Ma continua a vincere, ad incantare quel pubblico che a lui non si sognerebbe mai di tirare le fragole per la troppa noia, ad andare avanti con questa striscia di trionfi che dura dalla finale persa a Barcellona a fine aprile contro Rune che adesso include anche 8 successi contro i primi 20 del mondo. Alcaraz non sarà ancora al suo livello migliore, quello che serve per vincere Wimbledon, ma anche in queste condizioni resta tabù per la stragrande maggioranza dei colleghi. Compreso Rublev, uscito lentamente di partita anche a livello mentale, e verosimilmente anche Norrie, avversario ai quarti con cui Alcaraz ha vinto 4 volte su 6 in carriera. 

LA PARTITA

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Rublev scappa sul 4-1 in avvio, Carlitos recupera subito il break, si guadagna il tie-break ma avanti 5-3 cede 4 punti di fila e il set va a Rublev. Il numero 2 del mondo torna in partita col 6-3 del 2° set, costruito sul break all’ottavo gioco. I due continuano a fare troppi errori, ma Alcaraz al 7° gioco tira fuori un colpo meraviglioso da fondo campo per strappare il servizio all’avversario e su quello costruisce il 6-4 sigillato appena il match entra nella terza ora. Alcaraz nel quarto set strappa il servizio a Rublev alla quarta palla break di un combattuto quinto gioco: diventa la pietra miliare per il 6-4 che gli vale questa nuova vittoria.

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