Vulnologia: cos’è, perché è importante per curare le ferite e quando rivolgersi a un vulnologo

2 ore fa 2

I consigli della dottoressa Chiarenza sulla gestione delle ferite più complicate

Francesco Palma

27 giugno - 17:53 - MILANO

Non a tutti la parola “vulnologia” può suonare familiare. Ed effettivamente, come spiega la dottoressa Stefania Chiarenza, responsabile del Centro di vulnologia degli Istituti Clinici Zucchi di Monza, si tratta “di un argomento poco conosciuto, anche all’interno del settore medico, perché spesso questa parte è stata considerata appannaggio quasi esclusivo della figura infermieristica”. In realtà, la vulnologia è molto più importante di quanto si pensi, soprattutto nel trattamento di ferite gravi come le ulcere: “La vulnologia è la disciplina medica che si occupa della diagnosi e del trattamento delle ferite, soprattutto quelle più difficili, che non riescono a guarire. Le motivazioni per le quali le ferite non guariscono possono essere diverse, e proprio per questo è nata l’esigenza di una figura professionale medica che si occupasse della loro gestione” spiega Chiarenza.

La dottoressa Stefania Chiarenza

Di quali ferite si occupa la vulnologia?

—  

La vulnologia, come spiega la dottoressa Chiarenza, si occupa principalmente della diagnosi e della gestione di ferite croniche come le ulcere

  • Ulcerazioni cutanee degli arti inferiori su base vascolare ma anche vasculitica o autoimmune: oltre 2 milioni di persone ne soffrono solo in Italia. 
  • Le lesioni da pressione, più note come “piaghe da decubito” 
  • Ferite post-chirurgiche e traumatiche 
  • Piede diabetico 
  • Altre malattie dermatologiche ed infiammatorie

Quando bisogna rivolgersi a un vulnologo?

—  

“Bisogna rivolgersi a un vulnologo tutte le volte in cui c’è una ferita che non riesce a raggiungere una guarigione, in un periodo che va oltre le 4/8 settimane” spiega la dottoressa Chiarenza: “Il vulnologo è una figura di intersezione: si occupano di vulnologia i chirurghi vascolari ed i geriatri che si dedicano alla cura delle ferite nei pazienti anziani, in particolare oltre i 65 anni. Ci sono altri specialisti come i dermatologi, ma anche chirurghi generali o cardiochirurghi che per motivi logistici e pratici sono diventati esperti anche nella cura delle ferite post-chirurgiche. Allo stesso modo ci sono diabetologi che si sono specializzati nella cura del piede diabetico”.

Come si curano le ferite

—  

“Il primo passo è ovviamente la valutazione della ferita: a quale tipo di ulcera ci troviamo di fronte? Qual è la sua causa? Dobbiamo considerare che non è solo trovare la corretta medicazione che porta alla riparazione della lesione cutanea, ma è necessario prendersi cura del paziente nella sua totalità, con un approccio che amiamo definire 'olistico'. Pensiamo ad esempio ai pazienti affetti da artrite reumatoide o con edemi secondari a scompenso cardiaco, che spesso sviluppano ulcere degli arti inferiori: se non controlliamo la causa iniziale non si riuscirà ad ottenere una vera gestione della lesione cutanea. Trovata la causa ed impostate le cure è compito del vulnologo mettere la ferita nelle condizioni ideali per guarire: se una ferita è sporca o presenta delle necrosi si provvede allo sbrigliamento, ovvero una ‘pulizia’ che consente nella rimozione dei tessuti danneggiati, morti o infetti. Si possono scegliere diversi tipi di percorso sulla base delle esigenze di trattamento e della tipologia di paziente: puramente ambulatoriale con trattamenti basati su medicazioni avanzate ed i bendaggi, o trattamenti in regime di ricovero per interventi chirurgici di medicina rigenerativa. A volte è necessario impostare percorsi integrati con l’assistenza infermieristica domiciliare e con i caregiver, soprattutto nei pazienti allettati o con serie difficoltà di spostamento. Il tutto può essere integrato da trattamenti antibiotici domiciliari o ospedalieri mirati in caso di ferite infette” conclude la dottoressa Chiarenza. Si tratta, quindi, di un percorso diagnostico-terapeutico spesso lungo e complesso che deve essere più possibile “personalizzato” sul paziente.

Leggi l’intero articolo