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Dusan doveva competere con il norvegese come miglior centravanti al mondo, adesso il paragone appare impietoso. Lui dovrebbe concedere qualcosa per ripartire altrove, e la Juve cederlo nella maniera meno dolorosa possibile...
Sebastiano Vernazza
6 luglio - 11:05 - MILANO
Alla Juve, Dusan Vlahovic si crogiola in un contratto d’oro da un milione netto al mese, a scadenza nel giugno 2026. Con il senno di poi, un accordo sciagurato, uno degli ultimi atti della gestione di Andrea Agnelli. Quando venne concluso, nel gennaio del 2022, l’affare sembrava economicamente oneroso - 70 milioni e 10 di bonus alla Fiorentina, un fiume di soldi al giocatore - e tecnicamente vantaggioso, perché Vlahovic pareva il centravanti destinato a competere con Haaland per la palma di miglior numero 9 del globo. Non è andata così. Non si può dire che Vlahovic a Torino abbia fatto male, in bianconero ha segnato 58 gol in 145 partite, una discreta cifra, però non è diventato quello che ci si aspettava, e oggi Haaland non è più la sua pietra di paragone. Vlahovic ha perso un po’ del suo potenziale e ha 25 anni, un’età ibrida: non è più un giovane di belle speranze, non si capisce ancora dove andrà a parare. A 25 anni, bisogna però essere risolti, pena lo scivolamento all’indietro.