Vieira in bilico, con la Cremonese il Genoa non può sbagliare: servono gol e la prima vittoria

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Per la sfida di Marassi il tecnico rossoblù va a caccia di soluzioni sotto porta per lasciare l’ultimo posto: "È arrivata l'ora di svoltare"

Filippo Grimaldi

Giornalista

29 ottobre - 09:35 - MILANO

Tempo (quasi) scaduto. Le parole cariche di comprensione e fiducia pronunciate dal presidente Sucu all’indirizzo di Patrick Vieira (meglio ricordarlo: per il Genoa ultimo posto in classifica, zero vittorie in otto giornate, zero gol segnati in casa, secondo peggior attacco del campionato dietro al Parma) vogliono essere lo sprone per un cambio di marcia, più che una difesa d’ufficio a oltranza di fronte a una situazione non sostenibile all’infinito. E che stasera impone di fermare un avversario come la Cremonese, che ha 8 punti in più ma non vince da due mesi.

Strategie

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Vieira, da parte sua, pare intenzionato a insistere su un 4-2-3-1 in cui sinora le varie punte che si sono succedute là davanti non hanno risolto la crisi. Nell’ordine: Colombo è ancora a secco, Ekuban non è riuscito a lasciare il segno, Ekhator (è di ieri l’ufficialità del rinnovo sino al 2029) ha brillato da subentrato, ma con i granata, schierato dall’inizio, ha fatto un mezzo passo indietro. Ma è anche la trequarti l’altra grande incompiuta: è mancata la formula magica, con esterni offensivi cambiati invano più volte senza che riuscissero al tempo stesso ad aprire gli spazi per la punta e ad accompagnarla in area avversaria. Resta tuttavia la fiducia di poter uscire dal guado: Vieira già nella stagione passata aveva vissuto una situazione simile. C’erano Zanoli e Miretti larghi ma, soprattutto, un Pinamonti che nonostante tutto era riuscito ad andare in doppia cifra, dando un contributo fondamentale alla salvezza anticipata della squadra rossoblù.

Valenza doppia

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Quando il presidente Sucu (ieri per la prima volta a colloquio con la sindaca Salis a Palazzo Tursi: si è parlato di strategie per implementare il rapporto fra il club e la città) ha dato la disponibilità della proprietà ad eventuali investimenti sul mercato di gennaio, ha posto pure l’accento sull’obbligo di mantenere la categoria per proseguire nell’opera di risanamento economico della società. Dunque, il rendimento futuro della squadra e la salvezza sono condizioni giudicate imprescindibili. I miglioramenti sul campo ci sono stati, ma le due grandi lacune di questo Grifone, su cui Vieira ha lavorato parecchio anche in tempi recenti, sono l’eccessiva imprecisione sotto porta e i finali di partita in cui la squadra va in affanno e subisce. Il motivo? Una mancanza di leadership, perché il mix di gioventù ed esperienza può funzionare, ma ha bisogno di qualcuno che stia sempre davanti al gruppo. Non solo: occorrerebbe anche un regista vero. Sin qui il lavoro dei trequartisti, Malinovskyi e in misura minore Stanciu, rimasto ai box a lungo, non è stato sufficiente.

Pubblico

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Questa è l’occasione per svoltare. Ci sono oltre trentamila persone che stabilmente seguono la squadra al Ferraris. A Torino, domenica, erano tremila. Anche Vieira sa che l’affetto è incondizionato, ma bisogna tenere accesa la passione della gente. "Sarebbe facile per me affermare che la sorte non ci ha aiutato, ma non cerco alibi – dice il tecnico francese –. Il presidente ha detto che non esistono piani futuri senza di me? Lo ringrazio. Orgoglio e passione mai sono venuti meno, ma è l’ora di far girare gli episodi a nostro favore". In altre parole: serve un Genoa cinico, speculativo, magari anche sporco, che deve riconquistare Marassi. "Però ricordiamoci che per imparare bisogna sbagliare". Vero, mister: ma per i tifosi il limite è stato superato da tempo. Adesso serve la prima vittoria, e nient’altro.

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