"Vi racconto Cuesta alla Juve e la sua idea: perché non perdiamo palla apposta?"

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intervista

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Francesco Pedone racconta l'allenatore del Parma, che lavorava insieme a lui alla Juve Under 17: "Portò entusiasmo, volontà, passione e pensieri brillanti. E con Miretti..."

Fabio Russo

23 agosto 2025 (modifica alle 14:04) - MILANO

Estate 2019: di fronte all'ingresso dello Juventus Training Center di Vinovo c'è un ragazzo spagnolo di 24 anni che sorride e alza il pollice. "Inizia una nuova sfida", scrive su Twitter. "Quando sei della Juve lo sei per sempre. E un pezzo del mio cuore lo sarà", saluterà sui social un anno e 20 giorni più tardi. Domenica sera, 2.214 giorni dopo, quel giovane ora cresciuto, Carlos Cuesta, tornerà a Torino da avversario e di fronte a sé avrà decine di fotografi pronti a immortalare il suo esordio da record in Serie A. Da un'esperienza in bianconero come vice allenatore dell'Under 17, quasi come uno studente in Erasmus, alla panchina del Parma ad appena 30 anni. Sempre bruciando le tappe grazie a caparbietà, passione ed empatia, tutte caratteristiche che chi ha lavorato con lui non può dimenticare. Così come quella curiosa proposta lanciata lì un giorno: "Perché non perdiamo palla apposta in attacco per riaggredire gli avversari?"

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