Verstappen impeccabile a Imola. Orgoglio Ferrari, ma i guai restano

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Le prodezze dell'olandese dettano legge. Le rosse disputano un buon GP ma c'è ancora tanto da lavorare

Arianna Ravelli

Giornalista

19 maggio - 15:03 - IMOLA

A lezione da Max. La F.1 è sport nostalgico come pochi, sempre a ricordare le imprese dei grandi piloti di un tempo, però il sorpasso che Verstappen infligge a Piastri alla prima staccata del GP di Imola è qualcosa di clamoroso, che ricorderemo a distanza di anni. Se la McLaren è la macchina più veloce, ci sono pochi dubbi su chi sia lo sceriffo in città. Tra gli sfidanti papaya, Norris, buon secondo, ha mostrato di saper reagire dopo una qualifica che lo aveva visto cedere non soltanto ai rivali diretti ma anche a Russell, ma Piastri sembra quello più solido. Non è un caso che, proprio nell’episodio determinante per la vittoria, abbia preferito non rischiare un contatto con Verstappen che avrebbe potuto pagare a caro prezzo. Intanto però, i due McLaren si tolgono punti.

prodezza verstappen

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In una domenica di prodezze ed errori assortiti, Verstappen è stato impeccabile, mostrando per l’ennesima volta di essere l’unico pilota in grado di fare la differenza: la Red Bull venerdì era persa (il Max furioso che sbatte i pugni sul volante rendeva l’idea), sabato ha mancato la pole per 34 millesimi e ieri ha vinto la gara: chapeau. Premesso questo (e ribaditi i rimpianti di Maranello per non averlo aspettato...), che dire della Ferrari? Dopo il sabato peggiore visto in rosso da queste parti, un quarto e un sesto posto sono una botta d’orgoglio, ma ci sono pochi motivi per eccedere con l’entusiasmo. Dopo la safety-car Leclerc (particolarmente sfortunato ieri, ha fatto il massimo e meritava di più, compreso di stare davanti al compagno) ha preso - a parità di “età” della gomma - quasi otto secondi da Piastri in dieci giri e 17 da Verstappen (che aveva però gomma più nuova). In Ferrari il calcolo dei dadi più non torna per dirla con il poeta, i problemi restano, eccome, e appellarsi al cuore visto a Imola potrebbe contribuire a nasconderli. Sono stati fatti errori gravi e fornire spiegazioni raffazzonate, dando la colpa a chi c’era prima come si fa con i governi precedenti (Vasseur giovedì ha detto che questa macchina al 90% era stata già fatta a luglio come a deviare le responsabilità sull’ex dt Cardile, ma la macchina del 2024 che è arrivata a lottare per il titolo costruttori all’ultima gara era di paternità di Cardile molto più di questa) aiuta poco. Ma, rimesso sulle spalle del capo, com’è giusto che sia, il carico maggiore di responsabilità, adesso l’errore più grande possibile sarebbe pensare all’ennesima rivoluzione e cominciare la ricerca del sostituto di Vasseur (peraltro non facile da trovare). Anche senza apprezzare particolarmente lo stile ridanciano del team principal di Maranello, adesso gli va dato il tempo di concentrarsi sulla sfida del 2026, che a questo punto della stagione dovrebbe essere già iniziata. Solo allora si dovrà dare un giudizio. 

futuro

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Il punto è questo: ci sarà il coraggio di spostare le energie e gli investimenti sul 2026 o ci si incaponirà nella ricerca di soluzioni magari efficaci - si parla di una nuova sospensione posteriore – ma che rischiano di essere palliative in termini di classifica? Sperando magari che a Barcellona la direttiva tecnica sulla flessibilità delle ali penalizzi la McLaren (ma tutti hanno le ali flessibili)? A volte le scelte più difficili sono anche quelle giuste.

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