Dopo il discorso davanti al
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, "un gruppo di
ragazze mi ha fatto i complimenti". Erano anche giocatrici
italiane, "perché loro ci tengono molto a che le loro compagne,
che magari sono figlie di migranti, siano riconosciute alla pari
di loro. Ci tengono le dirette interessate, ma ci tengono anche
loro. Non volevo entrare in discorsi politici, ma siccome il
presidente della Repubblica per la Costituzione rappresenta
tutti - tutti i partiti, tutte le religioni… - mi sembrava il
momento indicato per esplicitare questa cosa. Perché tutti noi
abbiamo molte influenze, a partire da me".
Velasco ha sottolineato che "una nazionale non sono i
migliori 14 giocatori, o 22 del calcio. Sono i migliori per
svolgere un ruolo". E, in seconda battuta, ha ricordato che "a
volte in nome dello spirito di squadra pretendiamo una cosa
utopica, che non succede neanche in una famiglia. Non diciamo
che quando si vince siamo come una famiglia, un gruppo di amici.
Non è vero. È che ancora dura il momento della vittoria, e tutto
sembra il giorno di Natale. Le famiglie sono unite solo il
giorno di Natale. Già il 15 di gennaio cominciano i casini", ha
aggiunto l'allenatore della nazionale di volley femminile.
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