(dell'inviata Francesca Pierleoni)
La mattina dell'8 febbraio
1977, ad Indianapolis, il 44enne Anthony G "Tony" Kiritsis
entrò alla Meridian Mortgage Company, la società di prestiti che
pensava lo stesse mandando in rovina, e prese in ostaggio
Richard Hall, il figlio del presidente. La richiesta per
liberarlo non era solo riavere la somma che aveva perso, ma
anche ricevere delle scuse. Un crimine seguito minuto per minuto
dai media che Gus Van Sant mette in scena in Dead Man's Wire,
avvincente dramma thriller noir, al debutto fuori concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia, dove il regista riceve anche il
Campari Passion for film Award. Protagonisti della storia nei
ruoli di rapitore e rapito rispettivamente Bill Skasrgard e
Dacre Montgomery, in un supercast che comprende Colman Domingo,
Al Pacino, Cary Elwes e Myha'la.
Ad attirare Gus Van Sant nel progetto c'è stata
l'ambientazione del Midwest dov'è cresciuto, ma anche "voler
cercare di capire le ragioni di quel gesto folle, e a suo modo
eroico, anche se secondo un distorto senso di eroismo". Una
vicenda che si è rivelata estremamente attuale: "Il fatto di
Luigi Mangione (il 27enne che che ha ucciso per strada Brian
Thompson, il Ceo della società di assicurazioni mediche United
Healthcare) è accaduto appena dopo che avevamo iniziato le
riprese a settembre - racconta il cineasta -. Quello su di noi
ha avuto un impatto come anche le elezioni presidenziali ma non
abbiamo comunque cambiato il tono della storia". Dacre
Montgomery, interprete di Richard Hall, sottolinea il lungo
lavoro fato con Skarsgard (assente al Lido perché impegnato su
un set in Australia) per creare le scene fra i loro personaggi:
"Gus per questo personaggio mi ha fatto uscire dalla mia zona di
comfort. Sulla carta il film sembrava più un thriller, ma nel
girarlo è diventato più una una irriverente dark comedy. La
capacità di Gus è stata di umanizzare entrambi i personaggi: si
racconta da un lato un piccolo uomo che lotta contro il
capitalismo e dall'altro il mio personaggio che si confronta con
la figura del padre".
A dare volto a Linda Page, la reporter televisiva che aveva
seguito tutta la storia, è Myha'la: "Credo che negli anni '70 ci
fosse solo una reporter televisiva afroamericana che seguiva
questo tipo di eventi, e sono partita da lei, ma Gus mi ha detto
di sentirmi libera e che vedeva questo personaggio più vicino ad
Angela Davis (l'attivista per i diritti, ndr). Il che ha reso il
percorso nel personaggio molto divertente, anche se ha richiesto
molta esplorazione da parte mia. Ho dato il massimo
immaginandomi come sarebbe stata Angela Davis da reporter".
Il talentuoso Colman Domingo, che nel film interpreta il dj
ammirato da Kiritsis, tanto da chiamarlo e parlare con lui del
crimine che sta portando avanti, spiega che "è importante
raccontare queste storie, perché riguardano in realtà ogni uomo
che si sente privo di risorse o di capacità di azione nel mondo.
Qui vediamo anche ciò che può succedere quando una persona si
sente messa al muro". Per Van Sant Kiritsis "sognava di essere
un vincente, ma sentiva che gli stavano portando via qualcosa di
suo e quindi perdeva sempre più il controllo. Lo vedo come un
uomo che lotta dal fondo contro un sistema molto più grande".
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