maledetti
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Il brasiliano sbarcò all'Inter per giocare con Ronaldo, suo compagno in nazionale. Moratti lo prese su suggerimento di Lippi, sborsando 30 miliardi di lire. Si rivelò un flop, tra incomprensioni, ritardi e problemi extra campo
Anche nell'epoca delle spese folli, quando i presidenti delle squadre di calcio italiane s'indebitavano con il sorriso stampato in faccia e la parola «crisi» era bandita da ogni discorso, anche allora trenta miliardi di lire erano pur sempre trenta miliardi, cioè una somma considerevole. E se per acquistare un giocatore veniva sborsata quella cifra scattava il seguente ragionamento: tanti soldi uguale grande campione. Il denaro diventava il primo metro di giudizio, salvo poi essere contraddetto dalla prova del campo. Nell'estate del 2000, l'Inter di Massimo Moratti, presidente oltremodo generoso, si assicurava il brasiliano Vampeta versando trenta miliardi di lire al Corinthians. All'anagrafe era Marcos André Batista Santos, nato a Nazaré das Farinhas, Stato i Bahia, il 13 marzo 1974. Il soprannome nasceva dall'unione tra la parola «vampiro» e la parola «capeta», cioè «diavolo». Di professione centrocampista, aveva vinto il campionato brasileiro con il Corinthians ed era stato eletto, alla fine del 1999, miglior giocatore del Paese. Anzi: del Sudamerica intero. I migliori club europei se lo contendevano, la Fiorentina di Cecchi Gori aveva sguinzagliato sulla sue tracce l'osservato Giancarlo Antognoni che si era sbilanciato in questa definizione: "È un Tardelli moderno". Quando l'Inter bruciò la concorrenza, proprio in coda al mercato, era abbastanza logico che i tifosi dessero fiato ai sogni. Era stato Ronaldo il Fenomeno a parlare in termini positivi al presidente Moratti. Il Fenomeno e Vampeta si erano conosciuti anni prima in Olanda, al Psv Eindhoven, e frequentavano la Seleçao brasileira da diverso tempo. Poichè alle parole di Ronaldo, all'orecchio di Moratti, suonavano come il Vangelo, l'affare si concluse con soddisfazione delle parti. Vampeta firmò un contratto di quattro anni: quattro miliardi a stagione, l'ingaggio. Uno stipendio da stella, insomma.



