Juan Carlos Ferrero l'ha definita la tattica "perfetta". Carlos ora sa essere pallettaro e sa essere Federer, bloccarlo sembra sempre più difficile
Luigi Ansaloni
11 settembre - 12:18 - MILANO
Una variazione ogni quattro colpi. Lo straordinario bagaglio di Carlos Alcaraz sembra ormai avviarsi verso una completezza che terrorizza gli avversari, e a New York il mondo ne ha avuto un assaggio. Jannik Sinner ha dovuto ingoiare un boccone vedendo il rivale non solo alzare la coppa degli Us Open ma contemporaneamente appropriarsi del trono mondiale, proprietà dell’azzurro per 65 settimane di fila. Nella finale Alcaraz, a detta stessa del suo coach Juan Carlos Ferrero, ha giocato in maniera “perfetta”, come forse mai in carriera, soprattutto come mai era riuscito a fare contro Sinner. Dalla finale di Wimbledon, sono passati nemmeno due mesi, e a New York è stata tutta un’altra storia. Cos’è cambiato, dunque? Il fuoriclasse di Murcia, proprio nel terreno preferito da Jannik, il cemento, ha fatto quello che non gli era riuscito ai Championships e in parte nemmeno nelle pur vittoriose partite a Roma e Parigi, cioè variare i colpi così tanto e in maniera così precisa da mandare in tilt ogni velleità di difesa di Sinner.
uno su quattro
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Secondo uno studio di Tennis Insights, Alcaraz in media ha variato gioco una volta ogni 4 punti. Dal dritto passa alla palla corta, cambia il tipo di rovescio, scende a rete, rallenta il ritmo e così via. E se lo farà come gli è riuscito per tutto il torneo di New York, decifrare il gioco dello spagnolo diventa un rebus impossibile. Soprattutto perché Alcaraz non fa tutto bene, ma lo fa straordinariamente bene, e con una palla pesante che solo Sinner oggi è in grado di contrastare. In più, allo smisurato talento donatogli da Madre Natura, il murciano aggiunge quello che forse è la sua arma più micidiale, la capacità di accelerazione da fermo che incenerisce gli avversari, soprattutto di dritto. Questo comporta, ad esempio, che con Alcaraz ogni tentativo di rallentare il gioco diventa estremamente pericoloso, visto che il rischio di vedersi tornare indietro un bolide è molto concreto.
tattica perfetta
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Ferrero ha spiegato in conferenza stampa che a Wimbledon, contro Sinner, “Alcaraz non aveva giocato bene, facendo quello che voleva Sinner”. In soldoni, non era riuscito a variare, confrontandosi nel terreno prediletto dall’italiano, ovvero quello del “chi tira più forte”. Pallate su pallate: vuoi per regolarità, vuoi per attitudine, Sinner in quel tipo di match è praticamente imbattibile anche per Alcaraz. Ma sempre a Wimbledon, Grigor Dimitrov aveva tracciato la via: se si varia, se lo si fa con intelligenza e abilità, e si mantiene una elevata percentuale di prima di servizio, Sinner è, se non battibile, quantomeno affrontabile. Carlos ha capito gli sbagli di Londra e ha attuato una tattica perfetta a New York, ma come ha detto ancora Ferrero, “una cosa è studiare e pensare il gioco, una cosa è farlo in pratica”. E Alcaraz lo ha fatto nella maniera migliore possibile.
VINCENTI/ERRORI
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Altro dato che fa capire che livello di finale abbia giocato il nuovo numero uno del mondo a Flushing Meadows, è il differenziale tra i vincenti e gli errori gratuiti: +20 Alcaraz, -4 Sinner. Questo vuol dire che il murciano non solo ha variato il gioco mandando ai matti l'altoatesino, ma lo ha fatto anche tirando una quantità di winners assolutamente sbalorditiva per i rischi che si è preso. Certo è che tranne nuovi “letarghi” dello spagnolo (possibili, attenzione: nessuno rimane in un così evidente stato di grazia per sempre), sarà veramente complicato contrastarlo. Un tennista quasi alieno, capace di trasformarsi nel giro di pochi secondi da “pallettaro” terraiolo (sì, in finale ha alzato parecchi “lobboni” durante gli scambi per infastidire Sinner) a Federer. Clava e fioretto: combinazione pericolosissima. Sinner sta già studiando le contromosse.