Dopo 6 minuti di partita, ecco il sigillo dell'attaccante nerazzurro. I giallorossi meglio nel secondo tempo, ma non basta
L’ottobrata romana se la ricordava proprio così: venti gradi nel pomeriggio e un giacchettino di sera, con tre punti in tasca. Chivu tende la mano alla sua vecchia Roma per la prima volta da allenatore, vince 1-0 all’Olimpico e vola in testa per una notte agganciando il Napoli e Gasperini, incrociato all’Inter 14 anni fa.
il gol di bonny: verticalità
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Un altro Cristian e pure un altro Gian Piero, che stavolta sbaglia strategia sprecando un tempo. Il tabù Inter continua: nona sconfitta di fila contro i nerazzurri. L’ultimo successo risale al 2018, 4-1 a Bergamo. Chivu, invece, centra la sesta vittoria consecutiva tra campionato e Champions e se la ride coi suoi principi chiave. Alla voce “vantaggio” va scritto “verticalità”. Al 7’ Barella riceve palla da Akanji sulla destra, in una situazione di pura gestione dove l’azzurro ha almeno tre scelte: il retropassaggio, l’appoggio per Dumfries e il cambio di gioco. Nico - all’ennesima prova da grande - cala l’asso tanto cercato, ovvero il passaggio in verticale per Bonny che sorprende la difesa alta. Celik lo tiene in gioco, lui galoppa, calcia e infila Svilar, colpevole sul gol. La palla gli scappa sotto il braccio sul suo palo. Il manifesto di ciò che chiede Chivu: meno fraseggi per arrivare al Re con più verticalità e dare scacco matto. Secondo gol di fila per il francese, il terzo in campionato.
gasp perde un tempo
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Dopo tre minuti se l’era già chiesto mezzo Olimpico: “Ma come mai Gasperini ha schierato Wesley a sinistra? E Ndicka braccetto di destra? E Celik di nuovo esterno, invece?”. La Roma ha duellato contro l’Inter con le torri al posto degli alfieri e la regina isolata lì davanti. Paulo Dybala, schierato falso nove, è stato risucchiato dal solito Acerbi, sceso in campo con la famosa scarpetta bucata. L’argentino si è acceso un paio di volte nel secondo tempo (bene Sommer), tornando al suo posto dopo l’ingresso di Dovbyk nella ripresa. Sua l’occasione migliore: un colpo di testa alto a porta vuota al 59’, dopo un’uscita sciagurata di Sommer su calcio d’angolo. Gasp ha sbagliato strategia e ha cercato di riacciuffare la gara nella ripresa: il pressing alto ha scoperto la difesa, infilata diverse volte in contropiede da un’Inter aggressiva. Meglio nel secondo tempo, dove i giallorossi - spinti dal solito Olimpico sold out - hanno sfruttato le fasce per arrivare a dama.
l'inter è in testa
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Il primo tempo nerazzurro ha meritato un voto alto, il secondo la sufficienza. Nella ripresa Chivu ha ringraziato la buona sorte: palo esterno di Celik e incornata di Dovbyk a porta vuota. Ma la difesa ha tenuto botta. Bene Barella, ormai rinato, Akanji e Bastoni da braccetti e Dimarco sulla sinistra. Menzione per Mkhitaryan, che a quasi 37 anni ha giocato una gara da stratega. Suo uno strappo a centrocampo al 30' dopo aver superato Konè. Sfortunato con il palo alla fine. L’Inter saluta la Capitale col navigatore già impostato: Union St. Gilloise a Bruxelles e Napoli al Maradona. Due snodi fondamentali su più fronti. Ma intanto com’è bello godersi Roma di notte, col suo gioco di luci. Specie da primi in classifica.