L'allenatore croato della Juve tre anni fa aveva svelato di preferire un risultato spettacolare a uno di misura. Fino alla spettacolare vittoria con l'Inter, però, il suo approccio ai bianconeri era stato completamente diverso
Questione di filosofie. E forse anche un po' di premonizioni. "Se c'è da scegliere tra 4-3 e 1-0, io scelgo il 4-3". Era il 4 febbraio 2022, vigilia di Juventus-Verona. Sulla panchina dei gialloblù c'è Igor Tudor, su quella dei bianconeri Massimiliano Allegri. Il primo ha un attacco da 40 gol in 20 partite (è subentrato a Di Francesco dopo i primi 270' di campionato), il secondo nello stesso parziale ne ha fatti segnare alla sua squadra appena 31. Di contro, però, la difesa juventina ha subito la metà dei gol di quella veronese e Max ha collezionato 8 punti in più dell'avversario. Tudor, però, forte anche di risultati superiori alle aspettative (da quando ha preso l'incarico il Verona è sesto in classifica), ci tiene a ribadire la forza delle sue idee. E quella previsione è tornata improvvisamente d'attualità 1317 giorni dopo.
tudor, il 4-3 e le parole a verona nel 2022
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"Il mondo è sempre più esigente e così i tifosi. Non basta stare dietro e speculare, lo dimostra anche il campionato: si fanno sempre più gol, si va sempre più all'attacco - spiegava Tudor oltre 3 anni fa -. È cambiato il mondo ed è cambiato anche il calcio. E io sono in quella direzione là. Il calcio si fa per i tifosi, poi è giusto che il risultato determini i giudizi, però se c’è da scegliere tra vincere 4-3 e 1-0 io scelgo 4-3". Un grido di battaglia chiaro, che quella squadra, in verità, aveva recepito perfettamente: già una volta aveva vinto 4-3 (a Venezia, con una clamorosa nel secondo tempo da 0-3) e, in generale, aveva ottenuto 5 vittorie con almeno quattro reti realizzate. Quasi un unicum, fino all'adrenalinica gara contro l'Inter, nella carriera dell'allenatore croato che, in Serie A, conta appena 7 successi contraddistinti da un poker di gol a favore su 59 partite. E, in generale, da Spalato a Salonicco, da Marsiglia all'Italia, 28 su 324.
la filosofia pratica di tudor
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Anche alla Juve, d'altronde, l'impostazione di Tudor (forse anche per la necessità di raggiungere ad ogni costo la qualificazione alla Champions League) era stata più improntata all'equilibrio e alla solidità, con una produzione offensiva basata sulla verticalità e sulle giocate dei singoli, che sull'obiettivo di dare spettacolo e segnare un gol più dell'avversario. Tanto che le uniche goleade erano arrivate al Mondiale per club, contro Al Ain e Wydad Casablanca. Ma le premonizioni di Tudor, quel 4 febbraio 2022, non si erano fermate lì. "Si è parlato tante volte del mio calcio come poco applicabile nelle grandi squadre, ma oggi c'è molta più possibilità di fare questo gioco rispetto al passato - diceva -: si punta sempre di più su corsa, ritmo e fisicità". Tre anni dopo, eccolo lì sulla panchina della "sua" big, primo in classifica a punteggio pieno dopo 3 giornate e proprio dopo un 4-3. (Ah, comunque per la cronaca poi la sfida con Allegri l'aveva vinta Max: 2-0, nella notte del primo gol di Vlahovic al debutto con la Juve).