Tudor, andamento lento: nuovo corso e vecchi guai

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La squadra non ha cambiato passo dall’addio di Motta: mai così pochi punti negli ultimi 14 anni malgrado i 250 milioni investiti sul mercato

Fabiana Della Valle

Giornalista

12 maggio - 11:58 - TORINO

L'ottimismo è il sale della vita, diceva Tonino Guerra all’amico Gianni in un famoso spot di qualche anno fa. Igor Tudor ha provato a spargerne anche dopo il pareggio con la Lazio, che ha complicato il cammino verso la Champions League del prossimo anno, trasformando un comodo rettilineo in un tortuoso sentiero di montagna. I motivi per sorridere ci sono, perché la Juventus è ancora aggrappata al quarto posto e ha due giornate per raggiungere l’obiettivo, però le preoccupazioni anche. Prima di tutto perché la Signora non è più padrona del suo destino e stasera deve fare il tifo per l’Atalanta per non essere superata dalla Roma, e poi perché un mese e mezzo dopo l’insediamento del nuovo tecnico sulla panchina bianconera la squadra non ha avuto la scossa che si sperava. Lo dicono i numeri, che non sono più brillanti rispetto a quelli di Thiago Motta, e che dimostrano come il problema evidentemente non sia nel manico ma più in una rosa che sta rendendo molto al di sotto delle aspettative. E questo impone delle riflessioni anche in chiave futura, perché a giudicare dalle parole di Cristiano Giuntoli, la Signora punta in alto per il 2025-26, ma in questo momento si fa fatica a immaginare che possa tornare competitiva per lo scudetto solo con 2-3 acquisti mirati. 

Numeri e investimenti

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Al momento i numeri sono tutt’altro che confortanti, perché raccontano di una squadra che ha fatto il record negativo di punti degli ultimi 14 anni (quando c’era Delneri in panchina) e ha anche quello di pareggi (16) dal Dopoguerra a oggi. Tutto questo nonostante i 250 milioni investiti sul mercato tra estate e inverno, che lasciavano immaginare una stagione di ben altro tenore. Sicuramente gli infortuni (in particolare quello di Bremer) hanno pesato, ma non possono bastare a spiegare il tracollo. Il confronto Tudor ha portato cuore e carattere, ma non è ancora attrezzato per fare i miracoli. Detto che il confronto è impari perché il croato ha avuto un quarto dei match di Motta (e tre trasferte difficili), col cambio la media punti non solo non è migliorata, ma è leggermente diminuita, passando da 1,79 a 1,71. La pareggite è rimasta una costante, mentre i gol fatti sono scesi (da 1,55 a 1,4) e quelli subiti sono aumentati (da 1 a 1,4). 

Nuovo corso, vecchi guai

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I conti non tornavano prima e non tornano adesso e i problemi sono rimasti gli stessi: la squadra resta fragile, sia dal punto di vista mentale sia fisico, con gli infortuni che ormai sono diventati una costante di questa annata sciagurata. La difficoltà a difendere il vantaggio quando viene conquistato è un limite evidenziato già con Thiago di cui Madama non si è liberata con Igor, che ha puntato più sul carattere che sul bel gioco. In più la Signora di Tudor sta mostrando una preoccupante tendenza a calare vistosamente nei secondi tempi. Eppure Tudor, il cui futuro è appeso alla Champions — così come quello di molti in casa bianconera — è fiducioso non solo per l’oggi ma pure per il domani: "La Juventus è una squadra forte quando è al completo e con due-tre pezzi nuovi il prossimo anno può diventare di altissimo livello", ha detto il tecnico croato. L’ottimismo è il sale della vita, ma da solo non basta.

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