Tra social e teatro la poesia performativa di Gennaro Madera

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Davanti a uno smartphone, su un palco o tra i tavoli di un bar, la poesia performativa unisce corpo e parola per indagare temi quotidiani. L'artista: "Il genere non è ancora riconosciuto ufficialmente, quindi c'è poco supporto finanziario"

La vocazione di voler portare la cultura tra le persone e l’incertezza di non rientrare in una categoria artistica riconosciuta: è questo il binomio che caratterizza le aspirazioni della nuova frontiera della poesia performativa. Davanti a uno smartphone, sul palco di un teatro o tra i tavoli di un bar. È lì che Gennaro Madera, uno dei suoi interpreti emergenti, dà voce a testi originali, unendo parola, corpo e interpretazione. Classe 1998, originario di Cariati e oggi di base a Ferrara, Madera ha scelto di fare della propria inclinazione artistica una professione. “E’ un percorso difficile. C'è poco supporto finanziario da parte dei programmi europei e statali”, racconta all’Adnkronos.

“Molto dipende dalla propria situazione personale. Io ho avuto il privilegio di aver avuto una famiglia che mi ha sempre sostenuto, soprattutto agli inizi, ma adesso riesco a mantenermi con una serie di lavori nell’ambito dell’intrattenimento culturale, che però singolarmente non basterebbero”. Dopo la pubblicazione di tre raccolte di poesie, ha iniziato a partecipare ai poetry slam, per poi diventarne anche organizzatore. “Il genere della poesia performativa, oggi, nel teatro non esiste ancora ufficialmente. La poesia performativa - spiega Madera - prende elementi dal teatro e dalla poesia e li unisce. Il corpo, insieme alla parola si occupano di indagare argomenti quotidiani, come dovrebbe fare la poesia in generale”.

I poetry slam, una sorta di gara tra poeti, vengono spesso organizzati in contesti informali, tra aperitivi o cene, dove il pubblico si trasforma in giuria con il compito di valutare le performance con un punteggio da 1 a 10. "È una vera e propria chiamata all’attenzione. Il pubblico si assume così una responsabilità, prestandosi all'ascolto. E sono proprio l’ascolto, il confronto e la discussione i pilastri della cultura".

Per Madera, l’artista contemporaneo, oltre al palcoscenico, non può esimersi dal presiedere anche uno spazio virtuale. I social network, pur essendo un canale non propriamente canonico per l’ascolto di contenuti articolati, rappresentano una vetrina per intercettare un nuovo pubblico e per diffondere cultura proprio nei luoghi in cui ci sarebbe più bisogno. Secondo lui, sono tre i motivi per cui un artista oggi deve abitare anche lo spazio digitale: "Il primo è la visibilità: senza competenze social, gran parte dell’arte rimarrebbe invisibile". Il secondo è l’indipendenza: “se non hai un pubblico interessato ai tuoi contenuti, devi passare da editori, gallerie e inevitabilmente scendere a patti”. Il terzo è l’eccezionalità: "In un mondo che va velocissimo serve fare nella vita reale cose eclatanti per essere notati”. Uno spazio libero e indipendente che permette ancora di rimanere fedeli al proprio linguaggio e soprattutto di avere un contatto diretto con il pubblico.

"Abitare il contemporaneo - aggiunge - significa anche sfruttarne gli strumenti che ha a disposizione. Trovare il proprio modo di comunicare tramite i social, può rendere l’arte un'arma molto potente, in grado di smuovere le masse”. Una posizione che si scontra, secondo lo scrittore, con il panorama poetico attuale. Da un lato, dice, “c’è una poesia accademica che sembra voler essere incomprensibile, che mette da parte l'io e il mondo interiore per parlare di concetti esterni e astratti che non coinvolgono la sensibilità e la realtà effettiva”. Dall’altro, “si sta diffondendo una poesia estremamente semplificata, scarnificata che svuota le parole dei propri significati”. Due estremi che rischiano di rendere la poesia irrilevante. Intorno a questa nuova sensibilità poetica si sta formando una vera e propria scena letteraria social, formata da giovani poeti,scrittori, divulgatori che allo schermo affiancando performance dal vivo: “Si è creata una rete di legami con altri creator, tra cui Riccardo Pedicone, Davide Avolio, Stefano Curreli, Giulio Zambon, con i quali condivido l’obiettivo di vivere tra i due mondi e non di abitarne soltanto uno".

A quello digitale Madera alterna infatti lo spazio teatrale, dove insieme a Davide Avolio ha messo in scena per tutt’Italia lo spettacolo ‘La Genovese’. “Il progetto è nato proprio di fronte a un piatto di genovese, dove io e Davide dopo esserci confrontati sulle nostre opere e sulle tematiche che portiamo avanti, abbiamo deciso di fare uno spettacolo insieme”. Il titolo della rappresentazione rimanda al ragù tipico campano, che “impiega dalle sei alle dieci ore per cuocere. È quindi uno spettacolo che parla di attesa e di relazioni con gli altri esseri umani, con l'amato/a, con la famiglia, con la propria terra e con le radici”.

Quello delle connessioni è un filo conduttore che attraversa tutta la sua poetica, non solo attraverso le sue opere, ma anche con la fondazione di ‘Poemare’, un'associazione fondata da Madera a Cariati con amici e familiari, per portare l’arte in un paese di 7mila abitanti con poche opportunità. “Organizziamo eventi sparsi per tutta Italia, a Napoli, Bologna, Ferrara, nelle cantine della Romagna. Facciamo Poetry Slam, Open Mic, presentazioni, dando spazio a cantautori e artisti emergenti. Per due anni di fila abbiamo realizzato anche il Poimare Festival, che si rinnoverà anche quest'estate con due con due eventi a Rossano”.

Dal tema delle radici a quello della giovinezza, fino alle riflessioni in versi sul mondo contemporaneo. I nuclei tematici delle opere di Madera si alterano con il tempo. Una base che contraddistingue lo stile del poeta sempre accessibile al suo pubblico, ma impreziosita di nuovi ingredienti, che si fondono anche in espressioni diverse, nell’impulso costante di inseguire il pubblico, con il quale cercare interazione e dialogo. Dalle radici alla giovinezza, fino alle riflessioni in versi sul mondo contemporaneo: i temi affrontati da Gennaro Madera cambiano e si evolvono nel tempo. A restare costante è la base del suo stile, sempre accessibile e diretto, capace di parlare a un pubblico giovane e curioso. Una cifra artistica che si esprime con una pluralità di linguaggi e forme, ma spinta sempre da un’esigenza costante: ascoltare il pubblico, cercare l’interazione, aprendo spazi di dialogo.

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