Nikola contro l’Inter sarà al top. Intanto si attende l’ufficialità dell’arrivo in granata di Asllani
Non sarà un inizio come gli altri. E non solo perché alla prima di campionato sfiderà l’Inter portando stretta al braccio la fascia da capitano, nell’attesa che Duvan Zapata recuperi la condizione per poterla indossare dal primo minuto. Lunedì sera le luci di San Siro si accenderanno su un Nikola Vlasic diverso, più maturo, più leader. Il talento croato si presenta ai nastri di partenza della sua quarta stagione con la maglia granata con un piglio diverso, e con uno stato di forma mai visto in questo periodo da quando è a Torino. Perché per un motivo o per l’altro, fino a quest’estate non gli era mai capitato di svolgere la preparazione per intero, senza intoppi.
Punto fermo
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Nikola Vlasic è una delle certezze del nuovo Torino. Nell’attesa che arrivi l’ufficializzazione del tesseramento di Kristjan Asllani (il regista dovrebbe essere a disposizione dello staff tecnico granata dopo l’esordio in campionato), Marco Baroni studia il migliore assetto per sfidare i nerazzurri, cercando di far leva sui punti fermi. Il croato è uno di questi. Sta bene, è tirato a lucido, non vede l’ora di giocare. La controprova si è avuta lunedì in Coppa Italia contro il Modena. Il gol - il suo 14°, con la maglia del Torino - che ha deciso la partita in avvio di ripresa è stato tutt’altro che banale. Il piatto al volo di sinistro - non il suo piede d’elezione - spedito sotto la traversa sulla respinta di Chichizola è stato un gesto tecnico pregevole, su situazioni di quel tipo le possibilità di mandare il pallone in curva sono sempre alte. Ma il gol è soltanto una parte della prestazione di Nikola. Nel primo tempo, quando il Modena spingeva e il Torino faticava a trovare tempi e distanze, è stato il primo a comprendere le difficoltà e ad abbassarsi per dare una mano nella fase difensiva. Nella ripresa, quando l’entrata di un regista come Ilkhan e l’assetto di squadra più raccolto hanno dato la svolta alla partita, Vlasic ha trovato maggiori spazi per il suo gioco offensivo, piazzandosi da ala sinistra ma di fatto muovendosi ovunque. Una prestazione solida, da leader. Con la stessa consapevolezza che aveva costruito nella scorsa stagione e che era sfociata in un girone di ritorno positivo, almeno sul piano personale: quattro gol - alcuni dei quali pregevoli -, tante giocate decisive ma soprattutto una presenza continua nel gioco. Adesso come allora, Vlasic si fa trovare in ogni zona del campo, sempre alla ricerca di qualcosa di utile per la squadra.
Il cerchio
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Nella scorsa stagione Vlasic arrivò alla partita del Meazza contro l’Inter in condizioni opposte rispetto a quelle attuali. Reduce dall’infortunio muscolare patito a giugno durante l’Europeo con la Croazia, era rientrato in campo il 29 settembre contro la Lazio, trovando subito l’assist per mandare in gol Che Adams. La sfida contro l’Inter a San Siro arrivò nel weekend successivo, sabato 5 ottobre. Vlasic entrò a sei minuti dalla fine e segnò il rigore che fissò il finale sul 3-2 per i nerazzurri, ma tutto venne offuscato dal drammatico infortunio al ginocchio sinistro di Duvan Zapata. Lunedì Vlasic si presenterà a San Siro da leader del nuovo Toro di Baroni. Con la fascia e tante responsabilità in più, compresa quella di battere i rigori. Lui non aspetta altro.