"Tante persone non sanno che la
guerra non finisce con la firma del trattato di pace e la fine
dei bombardamenti, ma tanti fenomeni come la mancanza di
infrastrutture, di welfare, di un'assistenza sociale come le
scuole, gli ospedali, la rete idrica continuano a ferire e in
certi casi a uccidere. Inoltre rimane sul terreno una quantità
industriale di ordini bellici inesplosi che continuano a ferire
persone a decine di anni, se non secoli di distanza. Succede
ogni anno anche in Italia".
Fendono l'aria come coltelli le parole di Nicolas Marzolino,
vittima civile di guerra e prova vivente di quello che sta
dicendo visto che quando aveva 15 anni una bomba a mano nella
Seconda Guerra Mondiale abbandonata in un campo vicino a casa
sua scoppiò togliendogli per sempre la vista e una mano.
Nominato a Cavaliere al Merito per l'impegno civile,
riconoscimento conferito motu proprio dal presidente della
Repubblica, Marzolino assieme a Metis Di Meo, autrice,
conduttrice Rai e attivista per i diritti umani, è l'anima di
"Testimoni di Pace", il podcast Original RaiPlay Sound dedicato
alle vittime civili dei conflitti armati. Le prime cinque
puntate del progetto in dieci episodi, scritto da Di Meo,
Marzolino e Roberto Serio, presidente dell'Associazione
Nazionale Vittime Civili di Guerra, saranno disponibili dal 21
settembre, Giornata Internazionale della Pace.
Attraverso testimonianze intime e commoventi di uomini, donne e
bambini che hanno vissuto la guerra senza imbracciare un'arma,
pagando il prezzo più alto, il podcast accompagna l'ascoltatore
in un viaggio tra dolore, memoria e speranza.
"Oggi nel mondo - ricorda Marzolino - sono in corso 31guerre e
23 crisi armate, il numero più alto dalla fine della Seconda
Guerra mondiale. Proprio in quel conflitto, per la prima volta
nella storia, le vittime civili superarono quelle militari,
cambiando per sempre il volto della guerra".
A distanza di ottant'anni, i dati restano allarmanti: oltre il
90% delle vittime dei conflitti in corso sono civili, un dato
che restituisce con forza la centralità della loro testimonianza
e la necessità di ascoltarne le voci.
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