"Jannik era un gran giocatore ancor
prima che noi iniziassimo a stare con lui. Riccardo Piatti ha
fatto un lavoro straordinario, ma lui era giovane e c'erano aree
in cui lavorare e per essere uno dei migliori al mondo doveva
migliorare i suoi punti deboli. All'inizio non vedi i benefici
del lavoro fatto. Le modifiche che Simone (Vagnozzi, ndr) ha
fatto con Jannik, al suo gioco in particolare, penso che con il
tempo si siano viste: ha migliorato il rovescio, il servizio e
ha anche più confidenza andando a rete. Lo abbiamo reso un
tennista completo e ciò gli dà diversi modi per vincere e molta
più confidenza in campo". A parlare, ai microfoni di Sky Sport,
alla vigilia della semifinale del Roland Garros tra l'altatesino
e Novak Djokovic, è l'allenatore di Sinner, Darren Cahill.
"Penso che la terra sia l'ultima superficie dove riuscirà a
sentirsi completamente a suo agio - ha aggiunto l'australiano
che a fine anno lascerà l'incarico, a meno di cambiamenti di
idea -. Migliora ogni volta che ci gioca ma non facciamo tanti
tornei su questa superficie: è una superficie in cui devi fare
variazioni, devi essere creativo e devi trovare diversi modi per
fare punti ma per fare ciò serve esercitarsi".
Cahill parla poi del tennis italiano: "È un periodo
incredibile, non solo per il maschile ma anche per il femminile
- ha aggiunto - Il tennis femminile è stato incredibile, non
solo negli ultimi 3-4 anni, ma anche prima con Flavia Pennetta
che ha vinto gli Us Open e tante tenniste hanno trionfato nel
femminile. Credo che questo abbia aiutato anche un po' il
maschile. Quando ci sono dei buoni giocatori che in un Paese
fanno bene, c'è sempre questa idea che si motivano tra di loro.
Non è questione di gelosia, quando uno dei tuoi amici ce la sta
facendo anche tu spingi un po' di più. È una cosa che abbiamo
visto in diverse nazioni: l'America aveva un gruppo di tennisti
che stava facendo bene come Agassi, Courier, Sampras e si sono
tutti motivati, spinti per essere migliori ed è quello che
stiamo vedendo nel tennis italiano. La cosa che spicca secondo
me degli italiani è che si supportano a vicenda - ha concluso
Cahill - sembrano una grande famiglia e si aiutano. Anche gli
allenatori collaborano tra di loro e sono orgoglioso e felice di
farne parte come coach di Jannik".
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