Il mediano svizzero apre al trasferimento in estate: "Non so se resto al Bayer". Costa tra i 15 e i 20 milioni
Un pizzico di tecnica, una manciata di personalità, gamba quanto serve. E soprattutto, esperienza in dosi massicce. Massimiliano Allegri conosce bene la ricetta per vincere. Da chef, nel ristorante della Serie A, ha "cucinato" sei scudetti in carriera. Tornato al Milan dopo l’anno sabbatico davanti alla tv, il tecnico livornese ha subito ragionato con il nuovo direttore sportivo Igli Tare su cosa manchi alla squadra per riscattare una stagione estremamente deludente. A centrocampo, per esempio, equilibrio e carattere. Per questo, Max ha subito sondato il terreno con il fido Rabiot, nel frattempo migrato al Marsiglia. "Adrien, non è che vuoi venire con me al Milan?". "Vediamo, mister". Il dialogo è immaginario, ma molto verosimile. Perché Rabiot è legatissimo ad Allegri, ma anche parecchio affascinato dall’opportunità di giocare la Champions League al Velodrome con la squadra del cuore di tutta la sua famiglia. Rabiot o non Rabiot, è anche volontà di Tare aggiungere un profilo internazionale dal grande carisma alla mediana rossonera. E in cima alla lista, vicino al nome dell’ex Juventus, c’è pure quello di Granit Xhaka.
"xhakaboom"
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Svizzero, ma con origini albanesi (i genitori emigrarono dal Kosovo prima della nascita dei figli), 32 anni, mancino, è arrivato al Leverkusen nel 2023, dopo aver giocato per sette stagioni all’Arsenal. In Inghilterra gli avevano affibbiato il soprannome di "Xhakaboom" per le sue cannonate dalla distanza. Ma più che per i gol, Granit è noto per la sua leadership in mezzo al campo. Con Xabi Alonso ha giocato spesso e volentieri in una mediana a due, alternandosi nei compiti di costruzione (oltre 90 palloni giocati a partita in Bundesliga) e rottura del gioco (più di metà dei duelli vinti e 5,37 palle recuperate a gara). In passato, però, ha saputo adattarsi pure da mezzala di inserimento. Al di là del ruolo, Allegri potrebbe apprezzarne la determinazione, la leadership e l’intelligenza tattica, caratteristiche che servono come il pane in un Milan parso troppo spesso senza il giusto carisma nel 2024-25.
apertura
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A Leverkusen Xhaka è un titolare affidabile e rimanendo al Bayer giocherebbe la Champions, ma dal Messico, dove si trova con la sua nazionale, ha fatto sapere ieri di essere aperto anche a nuove avventure. Soprattutto dopo le partenze di Tah e Frimpong, in attesa di quella già certa di Wirtz. "In Germania sto bene, ma ho già vissuto una rivoluzione simile all’Arsenal nel 2019: allora ero giovane, oggi non so se ho la stessa energia per sopportarlo. Abbiamo perso giocatori fondamentali. Il club ha dirigenti in gamba e si spera possano tenere la squadra ad alto livello, con o senza di me". Quel "con o senza di me cosa nasconde"? "Ci sono campionati in cui non ho ancora giocato e certo, ci penso. Non sto dicendo che mi trasferirò sicuramente, ho altro nella testa per adesso e a quello al limite pensano il mio agente e la mia famiglia".
la situazione
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Xhaka ha un contratto con il Leverkusen fino al 30 giugno 2028 e guadagna tra i 2 e i 2,5 milioni di euro netti all’anno: ingaggio più che sostenibile. Data l’età, nemmeno il prezzo del cartellino dovrebbe essere proibitivo: il suo peso a bilancio è di circa 15 milioni, motivo per il quale difficilmente si andrà, nel caso di una trattativa, oltre i 20. Prima, però, il Milan dovrà capire che margini ci sono pure per gli altri nomi in lista, a partire proprio da Rabiot. Di sicuro, l’intenzione è di dare ad Allegri gli ingredienti giusti per la seconda stella. No, non quella Michelin.