Tel e gli insulti razzisti: "Ogni giorno una lezione. So da dove vengo, niente mi abbatterà"

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Dopo una settimana di silenzio e insulti razzisti ricevuti online, Mathys Tel rompe il silenzio e risponde con parole forti: "Il razzismo non ha posto nella nostra società. So da dove vengo, e niente di tutto questo mi abbatterà".

Davide Capano

Tel rompe il silenzio e risponde agli insulti razzisti

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Dopo una settimana di silenzio, l’attaccante del Tottenham Mathys Tel ha scelto Instagram per dire la sua, rispondendo agli insulti razzisti ricevuti dopo la finale di Supercoppa Europea persa ai rigori contro il Paris Saint-Germain, disputata mercoledì 13 agosto a Udine.

Tel, autore di un errore dal dischetto, è stato preso di mira da utenti razzisti sui social. La sua risposta arriva martedì 20 agosto, con un messaggio diretto e inequivocabile:

"Dopo gli ultimi giorni, volevo ringraziarvi per tutti i vostri messaggi di supporto! Sono rimasto deluso anche per mercoledì sera ma il razzismo non ha posto nella nostra società. Ogni giorno è una curva di apprendimento, e ogni giorno è una lezione. So da dove vengo, da dove ho iniziato e niente di tutto questo mi abbatterà. Con lavoro e umiltà regna il rispetto. Grazie a tutti".

Una dichiarazione che non cerca scuse né vendette, ma che riafferma con forza i valori dello sport, della resilienza e della dignità. Tel, appena ventenne, si dimostra esempio di maturità nel respingere l’odio con lucidità e coraggio.

Il Tottenham al fianco del suo attaccante: “Siamo disgustati”

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Il club londinese ha espresso il proprio sostegno al giocatore e ha condannato duramente gli insulti ricevuti. In un comunicato ufficiale, il Tottenham aveva dichiarato nei giorni scorsi:

“Siamo disgustati dagli insulti rivolti a Mathys Tel. Siamo al suo fianco, oggi e sempre.”

Il club ha ribadito il proprio impegno contro ogni forma di discriminazione, in linea con le campagne della Premier League e della UEFA, anche se il ripetersi di questi episodi continua a mettere in discussione l’efficacia delle azioni intraprese.

Non è un caso isolato: anche Semenyo vittima di razzismo

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Due giorni dopo la finale di Supercoppa Europea, anche Antoine Semenyo, attaccante del Bournemouth, è stato preso di mira con insulti razzisti durante la partita contro il Liverpool ad Anfield. Un uomo di 47 anni è stato arrestato e rilasciato su cauzione, con divieto di accesso agli stadi.

Ancora una volta, il calcio inglese e europeo si trova a dover gestire episodi che dimostrano quanto il razzismo resti un problema strutturale, nonostante le campagne di sensibilizzazione.

Tel, le sue parole che valgono più di mille gesti

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Le parole di Mathys Tel, riportate integralmente, non sono solo un commento su un singolo episodio, ma una presa di posizione netta contro un sistema che continua a tollerare – direttamente o indirettamente – comportamenti razzisti.

Nel 2025, è inaccettabile che un giovane atleta debba ancora rispondere a insulti del genere. Ma la sua voce, chiara e forte, fa la differenza.

Tel non si è piegato: ha scelto il rispetto, la memoria delle proprie origini, e il potere della parola. Ora tocca al calcio – e a tutti noi – non restare in silenzio.

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