Suzuki DR-Z 4S, l'enduro per strada e off-road: la prova

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Dopo anni di assenza dal listino italiano, torna finalmente in versione aggiornata e omologata Euro 5+. Nasce la DR-Z 4S, una vera enduro stradale che conserva l’anima robusta e divertente del passato, ma si presenta con ciclistica moderna, motore rinnovato e un pacchetto elettronico da grande. Costa 9.700 euro

Valerio Boni

7 agosto - 10:02 - FRANCOFORTE (GERMANIA)

Certe moto non spariscono mai davvero. La Suzuki DR-Z è una di queste: un nome che evoca libertà, polvere, viaggi non convenzionali e una meccanica solida come una roccia. In Italia era uscita di scena da tempo, nel 2008, quando ancora si chiamava DR-Z 400, schiacciata da norme sempre più stringenti e da un mercato che sembrava non avere più spazio per le enduro semplici e versatili. Eppure, nel resto del mondo, in particolare negli Stati Uniti, non ha mai smesso di essere venduta. In pratica, la DR-Z non se n’è mai andata: ha continuato a macinare chilometri, aggiornata quel tanto che bastava per rimanere a galla, ma sempre fedele a se stessa. Adesso Suzuki cambia marcia e decide di riportare questo modello anche sulle nostre strade, rinnovandolo profondamente e dotandolo di un cuore più moderno, di un’elettronica aggiornata e di una ciclistica all’altezza delle sfide attuali. Nasce così la nuova DR-Z 4S, erede spirituale della gloriosa DR-Z 400, ma con un nome e una sigla che ne sottolineano il salto generazionale. In listino a 9.700 euro, questa enduro dual-purpose è pronta per affrontare sia la giungla urbana sia le mulattiere, e viene venduta con una dotazione che include paramani e protezione sottocoppa in alluminio. In parallelo, Suzuki propone anche una versione SM, con ruote da 17 pollici e indole supermotard, di cui ci occuperemo in un prossimo test dedicato.

1Com'è fatta

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La DR-Z 4S si presenta con un aspetto deciso, senza fronzoli, eppure capace di richiamare immediatamente l'immaginario fuoristradistico di chi l’enduro la vive davvero. È snella, quasi scolpita, con un serbatoio piccolo e affusolato, fianchi rastremati e una coda che sale alta, come nelle cross da gara. Il faro anteriore è a Led, di forma trapezoidale, incastonato in un frontale compatto che ospita anche la strumentazione digitale. I paramani e la piastra paramotore in alluminio sono di serie e contribuiscono a dare un aspetto più completo e “pronto all’avventura”. La moto è disponibile in due colorazioni: il classico giallo “Champion Yellow”, che è quasi un marchio di fabbrica per Suzuki, e un più discreto “Iron Gray” opaco, elegante e cattivo al punto giusto. Il telaio a traliccio in acciaio è verniciato di nero e resta ben visibile (sono invece meno in vista le parti in alluminio che supportano la sella), conferendo un tocco tecnico alla vista d’insieme. Non c’è nulla di superfluo, ma ogni elemento appare pensato per la funzionalità. Le plastiche sono robuste e flessibili, studiate per resistere a cadute e usura. La DR-Z 4S non cerca di impressionare con forme futuristiche: punta piuttosto sulla sostanza, e questo la rende subito credibile. La sella è alta da terra, ma non estrema: 920 mm sono tanti per i meno esperti, ma permettono di affrontare con fiducia anche ostacoli impegnativi in fuoristrada. L’aspetto complessivo è quello di una moto essenziale ma completa, capace di evocare storie di viaggi, esplorazioni e libertà. Una moto che parla la lingua dei motociclisti veri, quelli che preferiscono un buon telaio a un display touch.

2Il motore

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Il cuore pulsante della nuova DR-Z 4S è un monocilindrico da 398 cc raffreddato a liquido, con distribuzione bialbero e quattro valvole. Sulla carta, i dati possono sembrare conservativi: circa 38 cavalli a 8.000 giri e 37 Nm di coppia a 6.500. Ma non è una moto fatta per stupire con i numeri, bensì per offrire una spinta robusta e costante a ogni regime, senza strappi né vuoti. È un motore che si fa apprezzare per la sua elasticità, capace di salire di giri con progressione e senza stressare il pilota. La vera rivoluzione sta nell’adozione dell’iniezione elettronica ride-by-wire, con corpo farfallato da 42 mm, che permette un’erogazione più pulita e una risposta più modulabile del gas. Una scelta che ha consentito anche l’omologazione Euro 5+, fondamentale per tornare a vendere in Europa. Le valvole in titanio, ereditate dall’esperienza Suzuki nelle competizioni, migliorano la reattività e la durata del motore, riducendo gli attriti interni. Non manca la frizione assistita e antisaltellamento, che si rivela preziosa sia nella guida sportiva sia nei tratti in discesa o a bassa aderenza. Nei primi chilometri di prova si apprezza soprattutto la regolarità dell’erogazione: il motore perdona gli errori, aiuta nei rilanci in seconda e terza marcia, e non scalcia anche quando si affrontano salite lente o tornanti stretti. L’elasticità consente di guidare spesso con una marcia in più, riducendo consumi e affaticamento. Il suono è cupo quanto basta, meccanicamente “presente” ma non fastidioso. Si sente che sotto c’è un motore che non teme l’uso intensivo e che può accompagnare per anni senza tradire. La tradizione delle DR-Z è tutta qui: semplicità, robustezza, e quel feeling che ti fa venir voglia di continuare a guidare anche quando il fondo non è in condizioni ideali.

3La ciclistica

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La DR-Z 4S nasce su una base telaistica completamente riprogettata. Chi ricorda la struttura della serie precedente troverà ora un doppio trave in acciaio, più rigido. Il risultato è una moto che mantiene la leggerezza tipica delle enduro di media cilindrata, pesa 151 kg in ordine di marcia, ma acquista una solidità superiore, ben percepibile quando si alza il ritmo o si affrontano passaggi più impegnativi. Al telaio si abbina un forcellone in alluminio, che contribuisce a migliorare la reattività del posteriore. Anche il reparto sospensioni è tutto nuovo: all’anteriore troviamo una forcella a steli rovesciati Kyb da 43 mm, completamente regolabile, con escursione generosa (280 mm) che permette di assorbire buche e gradini senza andare a fondo corsa. Al posteriore c'è invece un monoammortizzatore centrale, anch’esso firmato Kyb e completamente regolabile, con escursione di 296 mm. Il comportamento su strada e fuoristrada è da subito convincente: la forcella è scorrevole, comunica bene le condizioni del terreno e non tende a scomporsi, anche quando si affrontano tratti in discesa con frenate decise. Il monoammortizzatore segue bene il posteriore, con un assetto neutro che non rimbalza. È una moto che si guida con una precisione che sorprende per la categoria non professionale, e che invita a fidarsi. Le ruote sono da vera dual sport: 21 pollici all’anteriore e 18 al posteriore, entrambe con cerchi a raggi e pneumatici on-off. Queste gomme assicurano un buon compromesso tra tenuta su asfalto e trazione su sterrato leggero, anche se chi punta al fuoristrada più impegnativo vorrà sicuramente sostituirle con tasselli più aggressivi. Il sistema frenante prevede un disco anteriore da 270 mm con pinza assiale e uno posteriore da 240 mm. La potenza frenante è più che adeguata al peso e all’indole della moto, con una buona modulabilità anche per chi ha poca esperienza nel fuoristrada. In generale, l’impostazione della ciclistica privilegia l’equilibrio: non troppo sportiva, né troppo turistica, ma perfettamente centrata per l’uso misto.

4L'elettronica

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Se la vecchia DR-Z era ancora figlia del Novecento, la nuova 4S entra a pieno titolo nel ventunesimo secolo. Suzuki ha deciso di dotarla di un pacchetto elettronico completo, mutuato da modelli di categoria superiore, e lo ha fatto senza snaturare l’anima della moto. Si chiama S.i.r.s. – Suzuki Intelligent Ride System, ed è composto da tre elementi principali: il controllo della trazione, il selettore di mappature motore e un sistema Abs personalizzabile. Il Suzuki Drive Mode Selector (Sdms) permette di scegliere tra tre mappe motore: A (Active): la risposta più pronta, ideale per una guida brillante su asfalto. B (Basic): una via di mezzo, bilanciata e adatta all’uso quotidiano. C (Comfort): la più dolce, perfetta per i tratti a bassa aderenza o per i principianti. Il passaggio da una mappa all’altra si effettua in marcia, tramite un pulsante sul blocchetto sinistro, e l’effetto si percepisce chiaramente: non cambia la potenza massima, ma la curva di erogazione e la reattività del comando del gas, che è ride-by-wire. Il controllo di trazione è a sua volta regolabile su tre livelli, ed è completamente disattivabile. In più, è presente una modalità “G” pensata per l’utilizzo su sterrato e fondi a bassa aderenza: riduce l’intervento dell’elettronica e lascia maggiore libertà alla ruota posteriore, senza però compromettere la sicurezza. È un aiuto prezioso per chi si avvicina al fuoristrada senza essere esperto, ma anche uno strumento utile per chi vuole andare forte in sicurezza. L’Abs può essere disattivato solo al posteriore oppure completamente, operazione possibile solo sulla versione 4S (la SM non consente di disinserire l’Abs anteriore). Una funzione fondamentale quando si guida su sterrati dove il bloccaggio della ruota può essere utile per controllare l’assetto in frenata. La strumentazione è un piccolo display Lcd retroilluminato, compatto ma leggibile, che mostra velocità, marcia inserita, livello carburante, mappa selezionata, chilometraggio e indicatori vari. Manca la connettività smartphone, ma su una moto come questa non se ne sente più di tanto la mancanza. A completare il pacchetto, ci sono il Suzuki Easy Start System, che permette l’avviamento con un solo tocco, e la Low Rpm Assist, funzione che riduce il rischio di spegnimento nelle partenze in salita o nei passaggi lenti, alzando automaticamente il regime minimo. Tutto è pensato per semplificare la vita a chi guida, senza però trasformare la moto in un gadget elettronico.

5La posizione di guida

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Una delle sorprese più piacevoli della DR-Z 4S è l’ergonomia. Pur trattandosi di una moto pensata per l’offroad, la posizione in sella è studiata anche per garantire comfort e controllo nell’uso stradale. La seduta si trova a 920 mm da terra, un’altezza importante ma non proibitiva: chi è alto almeno 1,75 riesce a toccare agevolmente con entrambi i piedi. La sella ha un’imbottitura discreta ma non estrema: non è fatta per i lunghi viaggi autostradali, ma si difende bene anche dopo qualche ora di guida. Il manubrio è largo e rialzato, con una piega che favorisce la guida in piedi e offre un controllo naturale. Le leve freno e frizione sono regolabili, mentre le pedane sono robuste, dentate e leggermente arretrate rispetto alla precedente generazione. È importante sottolineare che in modalità stradale, con gli inserti in gomma montati, l'aderenza con le suole è buona, anche in caso di pioggia. Il risultato è una triangolazione ideale per la guida fuoristrada, ma anche per chi vuole divertirsi in città o su strade dense di curve. In piedi sulle pedane, il busto resta eretto, il manubrio è facilmente raggiungibile e la sensazione è quella di una moto leggera, pronta a seguire ogni comando. Da seduti, invece, si apprezzano i fianchi snelli, che permettono di stringere bene il serbatoio con le gambe e di muoversi con agilità nei cambi di direzione. Il peso contenuto e l’equilibrio generale fanno il resto: anche i meno esperti trovano rapidamente confidenza. Non si tratta certo di una moto da turismo, ma nella categoria dual sport è una delle più polivalenti in termini di ergonomia

6Come va in città

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Portare una moto da enduro in città può sembrare, almeno in apparenza, un compromesso. Ma la DR-Z 4S sorprende: è una vera tuttofare anche nel contesto urbano, dove si muove con una disinvoltura che non ci si aspetta da una ruota da 21 pollici. Il merito è della ciclistica leggera, della posizione di guida e della risposta fluida del motore. La seduta alta regala una visibilità perfetta sul traffico, mentre il manubrio largo consente manovre rapide tra le auto in coda. Il cambio è morbido e ben spaziato, e la frizione antisaltellamento aiuta nelle ripartenze e nei tratti lenti. Inoltre, il nuovo ride-by-wire permette di sfruttare al meglio le tre mappature motore: in città, la “C” è quella che si apprezza di più. Rende il gas più morbido, ideale per affrontare le rotatorie scivolose dopo la pioggia, i pavé sconnessi, le rampe dei garage. Il peso contenuto e buon raggio di sterzata facilitano le inversioni e i parcheggi, mentre il cavalletto laterale è ben posizionato e stabile. Un dettaglio non visibile ma importante è la risposta del motore ai bassi regimi: fluido, educato, mai scorbutico. Anche chi ha poca esperienza può affrontare il traffico con serenità, godendosi la praticità di una moto leggera, agile e robusta. Inoltre, i consumi restano bassi: i valori restano prossimi a percorrenze di 28–30 km/l, il che si traduce in oltre 200 km di autonomia anche con il piccolo serbatoio da 8,7 litri. Certo, non è uno scooter, ma come mezzo quotidiano offre un mix unico di versatilità, affidabilità e senso di libertà che pochi altri veicoli possono offrire.

7Come va su strade extraurbane

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Fuori dai centri abitati, la DR-Z 4S rivela la sua vera natura. Le provinciali secondarie, le strade collinari, i tornanti stretti sono il suo terreno di caccia ideale. Qui, la ciclistica e le sospensioni regolabili offrono un feeling sorprendente. La moto è precisa nell’inserimento, stabile a centro curva e svelta nei cambi di direzione. Il tutto con una naturalezza che fa dimenticare di avere tra le gambe una moto con ruota da 21 pollici. La mappa motore “B” è quella più indicata per questo tipo di percorso: offre una risposta vivace ma non nervosa, perfetta per rilanciare tra una curva e l’altra. La “A” è più aggressiva e si apprezza soprattutto se si vuole forzare un po’ il ritmo. Il controllo di trazione resta discreto: anche al livello 1 non è mai troppo invadente, e lascia giocare con il gas senza penalizzare troppo la spinta. La posizione di guida, comoda e naturale, consente di percorrere anche molti chilometri senza affaticare. Le vibrazioni ci sono, si avvertono appena sopra i 90–100 km/h, ma restano accettabili, soprattutto se si è abituati a monocilindrici di questa fascia. Le sospensioni filtrano bene le buche e le sconnessioni: anche sui fondi irregolari, la DR-Z 4S non si scompone, non allarga in uscita, non si siede in frenata. Il freno anteriore, in particolare, è potente quanto basta e ben modulabile, mentre il posteriore aiuta a chiudere le curve senza sforzo. Questa moto, semplicemente, fa venir voglia di cercare nuove strade, magari sterrate, che si staccano dall’asfalto per addentrarsi nella natura. E lì dà il meglio di sé.

8Come va in autostrada

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L’autostrada non è, come è facile intuire, il suo ambiente preferito, ma nemmeno una condizione da temere. La DR-Z 4S può tranquillamente affrontare lunghi trasferimenti a 110 km/h, mantenendo un’andatura costante e sicura. Tuttavia, è bene chiarire che non si tratta di una moto pensata per i viaggi autostradali: l’assenza della sesta marcia, deliberata da Suzuki per non aumentare le dimensioni del propulsore, si traduce in un regime motore piuttosto elevato se si cercano medie sopra i 100 km/h. A 130 km/h, il monocilindrico gira alto e si fanno sentire vibrazioni più marcate su manubrio e pedane. Nulla di drammatico, ma alla lunga possono stancare. Il cupolino non c’è, e il busto resta esposto all’aria. Anche la sella, va detto, non è pensata per lunghe tratte a gas costante. Però l’ergonomia generale e il buon comportamento ciclistico rendono la guida sicura e prevedibile. Il serbatoio da 8,7 litri limita l’autonomia a circa 250 km reali. Non poco, ma non certo a misura lunghi viaggi: bisogna pianificare qualche sosta in più. In sintesi: l’autostrada si può fare, ma non è il suo regno. 

9Come va in fuoristrada

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Ed è proprio sullo sterrato che la DR-Z 4S mostra il suo Dna più puro. Il telaio rigido, le sospensioni regolabili e il peso contenuto la rendono una compagna ideale per chi vuole affrontare percorsi fuoristrada "veri", ma anche per chi si avvicina all’offroad senza avere troppa esperienza. La posizione in sella, comoda anche in piedi, consente di spostare facilmente il peso del corpo, mentre le pedane dentate offrono un appoggio sicuro anche con stivali da fuoristrada. La ruota anteriore da 21 pollici e l’escursione di quasi 300 mm permettono di affrontare sassi, radici, gradoni e salite con sorprendente facilità. La risposta del motore è adatta per l’uso in fuoristrada: c’è coppia fin dai bassi, ma non arriva mai in modo brutale. Anche i meno esperti riescono a gestire la trazione con precisione, specialmente utilizzando la modalità G del controllo di trazione, che lascia più libertà alla ruota posteriore pur mantenendo un certo margine di sicurezza. Nei passaggi più tecnici, la relativa leggerezza si fa sentire: si riesce a tenere la moto in equilibrio, a girarla in spazi stretti, a rialzarla senza sforzi eccessivi. Il paramotore in alluminio di serie protegge davvero bene nei tratti sassosi, e i paramani evitano danni alle leve in caso di caduta. Chi ha già esperienza di enduro noterà che il bilanciamento è molto buono: la moto è neutra, non chiude l’anteriore in frenata e non si allarga in curva. La frizione assistita consente di modulare con precisione anche nelle mulattiere più lente. E, cosa non da poco, le sospensioni lavorano bene anche su terreni che metterebbero in crisi molte crossover ben più costose. Insomma, se c’è una categoria in cui la DR-Z 4S eccelle, è proprio l’offroad. Non sarà una specialista da gara, ma come enduro tuttofare sa farsi valere, e mette il sorriso a ogni uscita.

10Pregi e difetti

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Piace: 

  • Versatilità, si comporta bene in città, su asfalto e in fuoristrada, senza dover scendere a compromessi. 
  •  Ciclistica solida e leggera. 
  • Elettronica completa, manca solo la piattaforma inerziale. 

Non piace:  

  • Manca la sesta marcia, in autostrada il motore gira alto e aumentano le vibrazioni. 
  • Il serbatoio è piccolo e impone soste frequenti nei viaggi lunghi. 
  • Il prezzo di 9.700 euro è coerente con quanto offerto, ma appare elevato se confrontato con i modelli (peraltro pochi) concorrenti.

11Scheda tecnica

Suzuki DR-Z 4S


Motoremonocilindrico, quattro tempi, 398 cc
Potenza28 kW (38 Cv)
Trasmissionea catena
Telaiodoppia culla in acciaio con elementi in alluminio
Sospensione anterioreforcella Kyb escursione 280 mm
Sospensione posterioremonoammortizzatore regolabile escursione 296 mm
Freno anteriorea disco 270 mm
Freno posteriorea disco 240 mm
Ruotea raggi, anteriore 21", posteriore 18"
Altezza sella920 mm
Peso151 kg
Prezzo9.700 euro
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