Il tecnico giallorosso: "Stiamo facendo un mercato giovane, e Roma non è abituata. Per la fascia da capitano uso sempre gli stessi criteri, mi stupisco che abbia creato polemica"
“Credibilità e voglia di cambiamento”. Gian Piero Gasperini, ai microfoni di Sky, ha provato a spiegare il manifesto della sua Roma e i motivi per cui ha scelto di sposare il progetto dei Friedkin. “In un mese possiamo fare un bilancio, mi sento di dire che abbiamo già fatto qualcosa di buono insieme. Ho incontrato un gruppo coeso, unito che mi ha dato grande disponibilità - ha iniziato il tecnico -. Se mi guardo avanti bisogna fare molto di più. Obiettivo? Dobbiamo acquisire credibilità soprattutto per i nostri tifosi, dobbiamo dare la sensazione di costruire qualcosa di importante. La Roma deve essere ambiziosa, ma ci vorrà del tempo. L’importante è essere credibile e dare la sensazione che abbiamo preso la strada giusta. Non voglio parlare ora di risultati, se acquisisci identità poi il tempo ti concede anche altro. I calciatori sono una parte importante, ma lo spirito della squadra è fondamentale”.
MERCATO GIOVANE
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Inevitabile qualche battuta sul mercato anche se Gasperini sui nomi si tiene sulla difensiva. “Posso solo dire che il mercato della Roma bisogna guardarlo su ciò che avvenuto fino a ora. Sono arrivati tutti ragazzi di 21-23 anni e che hanno avuto più o meno esperienze importanti - ha dichiarato Gasp -. Sono profili che vanno nella mia direzione ma che non sono usuali per una squadra o una città come Roma. Ne arriveranno altri così per cercare di costruire una squadra che possa crescere negli anni. Fabio Silva? Non l’ho sentito, non riesco a guardare altro che gli allenamenti della mia squadra (ride, ndc). È innegabile che ci sono tanti calciatori in ballo, stiamo entrando nel momento cruciale del mercato”. Sfumato quasi definitivamente Echeverri, si valuta anche Eguinaldo. Altro giocatore under 21. “Quando ci siamo parlati la prima volta coi Friedkin, il loro progetto era rivolto proprio nella direzione di far crescere e valorizzare i giovani - ha confidato Gasperini -. È quello che ho fatto non solo all’Atalanta ma anche al Genoa. È una direzione diversa anche per la Roma. Spesso si andava su giocatori più famosi, ma anche più in la con l’età. Che ti portano magari subito un risultato ma che nel lungo termine sono meno efficaci. Questo cambiamento è stata la molla che mi ha convinto. Mi sono detto: l’hai fatto da tante parti, se ci riesci a Roma è straordinario”.
DYBALA E SOULÈ
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Il tecnico svela anche come è nato il contatto con i Friedkin: “Ranieri disse in conferenza che non sarei stato io l’allenatore della Roma? Se era una bugia o no lo dovete chiedere a Claudio. Diciamo che era una fase cruciale del campionato e ha fatto bene così, ma la mia decisione è arrivata dopo l’ultima partita dell’Atalanta in campionato. Ho chiesto a Percassi il permesso di parlare con un altro club. In tre giorni poi è successo tutto e sono stato convinto dalla proprietà”. Gasperini ha affrontato anche temi di campo come la coesistenza di Dybala e Soulè. “I giocatori bravi possono coesistere sempre - ha proseguito l’ex allenatore dell’Atalanta -. Vero che sono entrambi mancini e preferiscono giocare a destra, ma Paulo ha giocato anche in altre zone di campo mentre Soulè è così giovane che deve incrementare il suo raggio di azione. Vista l’età può andare ad occupare altre zolle del campo, lo scorso anno ha giocato anche a tutta fascia. Questo è un valore, non un limite”.
QUESTIONE CAPITANO
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Il tecnico scansa anche le polemiche per la questione riguardante la fascia da capitano passata (per ora) da Pellegrini a El Shaarawy. “La fascia da capitano non più a Pellegrini? È una gerarchia che io adotto da sempre, mi fa specie abbia creato polemica. In una squadra i potenziali capitani devono essere più di uno. La fascia è un qualcosa di prestigioso, per indossarla devono avere dei requisiti. Se in una squadra hai più elementi sei un nucleo più forte. Chiaramente chi c’è da più tempo ha sicuramente quei requisiti. Mi sembra un criterio molto semplice che non è soggettivo”. Infine una battuta sulla questione Lookman: “Posso solo dire che mi dispiace perchè abbiamo vissuto momenti belli e si corre il rischio di ricordare questi giocatori solo per l’ultimo episodio. Oggi risalta solo questo e mi dispiace sia per il ragazzo che per la società. Spero tutto si risolva per il meglio”.