Strutture, organico, stampa e anche lo staff medico: se qualcosa si inceppa è sempre Conte contro tutti

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Nel suo attacco allo staff medico l'allenatore non considera che il Napoli negli ultimi quindici anni ha saltato una sola volta le competizioni europee, dimostrando di saper gestire calendario fitto e impegni ravvicinati

Antonio Giordano

Collaboratore

6 novembre - 12:21 - MILANO

Nel glossario di Antonio del suo anno (e quattro mesi) napoletano, entra di diritto un’altra frase ad effetto che volendo può essere definito messaggio subliminale. "Noi dobbiamo fare il nostro salto in avanti anche dal punto di vista medico-fisioterapico nel gestire questo tipo di calendario e le partite ogni tre giorni". Non avendo la memoria corta, e però incorrendo in un "solito" errore, Conte sorvola la storia e ignora che il Napoli negli ultimi quindici anni ha saltato una sola volta il tour in Europa e dunque per quattordici stagioni (da Mazzarri, a Benitez, a Sarri, ad Ancelotti, a Gattuso, a Spalletti e poi a Garcia-Mazzarri-Calzona) ha saputo convivere con la "sofferenza" del calendario intasato, del doppio e del triplo impegno, persino dei quarti di finale di Champions League raggiunti con Spalletti o della semifinale di Europa League affrontata con Benitez. 

caduta di stile

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Il cosiddetto "percorso vergine" (cit. Conte) in realtà è una fake news facilmente ricollocabile in questo album in cui è racchiuso adesso pure questa frecciata un po’ inelegante, ad un club che prima di agosto 2024 non ha mai dovuto confrontarsi con un’emergenza così travolgente e che evidentemente lascia scorie sui muscoli e pure sui nervi sul secondo 0-0 (consecutivo) tra campionato e Champions. Il metodo-Conte è un pacchetto all inclusive di non facile gestione ma De Laurentiis, che è capitano d’industria, ha dimostrato di saper assorbire anche sortite urticanti e pubblicamente sgradevoli per un club come quelle di aprile scorso, dopo la partita di Monza, quando l’allenatore trovò una ragione per gli infortuni ne "i campi di Castel Volturno: dovevano essere rifatti e invece sono sempre gli stessi. Stiamo zitti e lavoriamo ma se magari rifacessero i campi saremmo tutti più contenti". 

tabu' champions

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La Champions League si sta trasformando nel nervo scoperto di un allenatore che sa vincere i campionati e che pure in Europa vorrebbe legittimare la propria bravura tecnica, in attesa di completare quella comunicativa: al Napoli, dopo la cessione di Kvara, lanciò un fendente alla mascella con quel "ho capito che qui tante cose non si possono fare". Tranne vincere lo scudetto, magari, impresa riuscita due anni prima a Spalletti. Ma in questa perenne ricerca di un conflitto, Conte sa come dichiarare e smentire se stesso, contorcendosi intorno all’organico alle diverse interpretazioni concesse a distanza di settimane, mica di secoli, su argomenti per niente sterili come il mercato. Il Napoli di Conte un anno fa aveva "un numero limitato di giocatori", mentre quest’anno ha "comprato nove calciatori", avviando un meccanismo di integrazione non semplice. E’ il "rumore dell’amico", questo.

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