Sport di resistenza e traumi vascolari, cosa c'è da sapere

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Dietro a un trauma può celarsi anche una lesione vascolare: l'esperto ci spiega come prevenire spiacevoli sorprese e come preservare la salute di vene e capillari

Anna Castiglioni

21 ottobre - 16:08 - MILANO

Immagina un ciclista professionista in gara su un percorso impegnativo, che cade malamente. Le lesioni traumatiche di ossa, muscoli e articolazioni sembrano il problema principale. Ma quello che non si vede a occhio nudo potrebbe essere ben più pericoloso: si tratta delle lesioni vascolari potenzialmente gravi, che mettono a rischio non solo la carriera, ma anche la vita dell’atleta. Sia per gli atleti professionisti sia per quelli amatoriali è importante conoscere i rischi conseguenti a un trauma vascolare perché, sebbene i traumi vascolari nello sport siano rari, possono avere conseguenze devastanti, specialmente nelle specialità di resistenza come il ciclismo e la corsa. Ne ha parlato a Gazzetta Active il Professore Roberto Chiesa, primario dell’Unità di Chirurgia Vascolare all’IRCCS Ospedale San Raffaele e Ordinario di Chirurgia Vascolare presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

infortuni e traumi vascolari

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“Quando pensiamo a infortuni sportivi, immaginiamo spesso strappi muscolari o fratture. Tuttavia, secondo gli esperti, i traumi vascolari non sono così rari, specialmente in sport ad alta intensità. Durante gare di ciclismo, maratone o competizioni di calcio, le lesioni ai vasi sanguigni possono essere inizialmente asintomatiche ma pericolose. In casi estremi, gli atleti professionisti possono subire lesioni gravissime che coinvolgono arterie maggiori come l’aorta, con esiti fatali. Episodi tragici, come la morte di ciclisti in competizioni internazionali, ci ricordano quanto questi traumi possano essere subdoli”, spiega il Prof. Chiesa.

lesioni vascolari più comuni

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“La maggior parte dei traumi vascolari legati allo sport colpisce le vene, specialmente delle gambe - continua il Prof. Chiesa. “Gli sportivi di resistenza, come maratoneti e ciclisti, sono particolarmente vulnerabili a trombosi venose o infiammazioni delle vene, spesso dovute a lesioni muscolari non trattate adeguatamente. Il rischio più grande? Sottovalutarle. In molti casi, i sintomi di una lesione vascolare vengono confusi con quelli di un semplice strappo muscolare o contusione, e la diagnosi viene ritardata. Questo può portare alla formazione di ematomi che impiegano molto tempo a riassorbirsi, causando disagi prolungati all’atleta e necessità di sospensione dell’attività

Coma si fa la diagnosi dei traumi vascolari

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Per fortuna, uno strumento diagnostico semplice e accessibile come l’ecografia può fare la grande differenza. “Dopo una lesione muscolare significativa, l’atleta professionista che l’amatoriale, deve effettuare un’ecografia”, raccomanda Chiesa. Questo esame permette di valutare immediatamente la presenza di eventuali raccolte di sangue o ematomi, e di verificare l’integrità dei vasi sanguigni. “Se l’ecografia non è sufficiente la risonanza magnetica o la TAC possono fornire informazioni più dettagliate, identificando lesioni che potrebbero sfuggire ai primi esami e traumi associati” E per gli sportivi amatoriali? Non sono solo i professionisti a essere a rischio. Anche chi pratica sport a livello amatoriale può incorrere in lesioni vascolari, soprattutto in concomitanza di traumi muscolari. Per questi atleti, la prevenzione e la diagnosi precoce sono altrettanto importanti. Cosa fare, quindi, in caso di un infortunio? “Oltre a rivolgersi immediatamente a un ortopedico o traumatologo, è fondamentale non trascurare l’aspetto vascolare della lesione. Anche in caso di una semplice caduta o uno strappo, fare un’ecografia può prevenire complicazioni future”.

come prevenire i traumi vascolari

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Per gli atleti con problemi vascolari preesistenti, come vene varicose, gli esperti raccomandano precauzioni aggiuntive. “Usare calze elastiche contenitive è una delle migliori soluzioni per evitare lo sviluppo di flebiti o trombosi durante l’attività sportiva”, spiega il Prof. Chiesa. “Per chi è a rischio di trombosi, potrebbe essere utile l’assunzione di una cardioaspirina, un farmaco che rende il sangue più fluido, riducendo il rischio di coaguli. Tuttavia, questa soluzione non è adatta a tutti e deve essere valutata con il proprio medico, soprattutto per i possibili effetti collaterali”. Negli ultimi anni, il mercato degli integratori per il microcircolo è esploso, con promesse di miglioramento della salute dei capillari e della circolazione. Ma sono davvero efficaci? Secondo l’esperto, la risposta è scettica: “Moltissimi di questi prodotti sono principalmente frutto di operazioni di marketing. Non ci sono studi scientifici che dimostrino un reale beneficio per la circolazione venosa”. I consigli per una buona salute vascolare sono di semplice attuazione: svolgere un’attività fisica regolare e moderata, seguire una corretta alimentazione e, soprattutto, non spingere mai il corpo oltre i propri limiti. In presenza di traumi vascolari, una diagnosi precoce può fare la differenza tra un recupero rapido e problemi a lungo termine.

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