Spiraglio di Conte su Ricci, 'ma aspettiamo l'interrogatorio'

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Non ancora un sospiro di sollievo per il Nazareno, ma quasi. Si intravvede qualche spiraglio di soluzione, infatti, nell'intricata vicenda della corsa a sinistra per le prossime elezioni nelle Marche. Giuseppe Conte riunisce i suoi e sembra fare un passettino in avanti verso l'ok a Matteo Ricci ("un avviso di garanzia non è una condanna", evidenzia) ma per la decisione finale bisognerà comunque attendere ancora qualche giorno e gli interrogatori di garanzia del 30 e 31 luglio.

Verranno sentiti territori, fa sapere il leader M5s, ma poi deciderà Roma. Intanto, però, il tempo scorre e i rischi di compromettere una partita che, sulla carta, poteva essere vinta ci sono tutti. Il Nazareno aspetta le valutazioni finali dei pentastellati ma non è disponibile a fare passi indietro. Lo mette in chiaro Elly Schlein che ricorda a tutti come "l'avversario da battere è la destra" e blinda l'ex sindaco di Pesaro: "è il nostro candidato, il Pd è e resta con lui".

Ma a complicare le cose arriva l'ennesima bordata del venerdì di Vincenzo De Luca che, nella sua consueta diretta social, ne ha per tutti, compresi Ricci e Decaro. Ma non le manda a dire soprattutto a Conte: "Qual è la Regione dove i Cinque stelle non hanno fatto nulla negli ultimi 10 dieci anni? La Campania. E quale regione offriamo ai Cinque stelle? La Campania". Parole pesanti che non devono essere passate inosservate al leader M5s.

Del resto la questione campana è legata a filo doppio a quella delle Marche, visto che le decisioni su Ricci potrebbero avere un ricasco sulla candidatura - per il momento ufficiosa ma non ancora ufficiale - di Roberto Fico. Fatto sta che Conte, dopo giorni nei quali si era chiuso a 'studiare le carte' dell'inchiesta marchigiana - e pur restando stretto tra l'ala dura e pura del movimento e la realpolitik - sembra fare un'apertura. Per M5s, è il ragionamento con i suoi, "etica pubblica, trasparenza e legalità sono valori non negoziabili" ma "un avviso di garanzia non è una condanna" e il Movimento è anche una "forza politica matura" chiamata a "discernere caso per caso valutando se il singolo ha dimostrato onestà o no".

Una presa di posizione che arriva in una giornata che, a onor del vero, non era partita con i migliori auspici sotto il cielo del campo largo. Con Conte che aveva scelto di disertare "per sopraggiunti impegni" il convegno sul lavoro al quale erano stati invitati tutti i leader del campo progressista lasciando una sedia vuota accanto a Schlein, Fratoianni e Bonelli.

L'irritazione in alcuni settori Dem per l'atteggiamento di Conte su tutta la vicenda marchigiana comunque non manca. A darle voce è l'europarlamentare Dem Pina Picierno, dell'ala riformista. "Da 'avvocato del popolo' a capo del tribunale del popolo", lo attacca. "Un'alleanza - sottolinea ancora - non si costruisce sulla graticola di un presunto moralismo" e i candidati "vanno rispettati". A rincarare la dose - contro i 5stelle (e non solo) - ancora Vincenzo De Luca che fa sapere di non vedere "nomi adeguati" per la Campania e rilancia: se proprio si è deciso che il nome "deve venire dal partito X" che questo proponga almeno una "rosa di candidati".

Tradotto: il solo Fico non basta. De Luca se la prende anche con Ricci e Decaro: "sono stati eletti europarlamentari a ventimila euro al mese, chi glielo ha prescritto di candidarsi" alle regionali? Intanto Matteo Renzi ribadisce il suo appoggio a Ricci e lancia una sorta di 'caso Bocchino'. "E' consulente di Acquaroli - scrive sui social - e da settimane evoca il fatto che Ricci non sarà il candidato per imprecisate vicende giudiziarie". Ora, ironizza, "il grande quiz dell'estate è: Bocchino ha rapporti con qualche toga bruna o qualche esponente dei servizi oppure è semplicemente un profeta visionario?". 

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