Ai Giochi 2028 i pesi leggeri non ci saranno: così Gabriel affiancherà Niels sulla barca senior. La medaglia di specialità manca da Londra 2012
"Mi dispiace che la categoria pesi leggeri non farà più parte del programma delle Olimpiadi ma il lato positivo è che non dovrò più svegliarmi la mattina con il pensiero della bilancia così come nei minuti prima di una competizione non dovrò temere di essere fuori peso". Gabriel Soares racconta così la sua seconda vita remiera. Il 28enne nato a Foz do Iguacu (Brasile), ma cresciuto a Bellagio, per anni è stato uno dei migliori pesi leggeri a livello internazionale. Alla prima occasione olimpica a Parigi – insieme a Oppo – ha conquistato l’argento nel doppio “leggero”. Ma dopo quella finale è calato il sipario sulla categoria per far spazio al coastal rowing – il canottaggio in mare – con la prova del beach sprint. Una decisione cha avrebbe spezzato i sogni di molti atleti, non per Gabriel e per l’attuale compagno di barca Niels Torre. I 72,5 kg di peso da non poter superare sono diventati un miraggio. A tavola non ci sono più restrizioni e la massa muscolare è cresciuta vistosamente tanto da poter ammettere senza vergona "rispetto a un anno fa, alla finale olimpica di Parigi ho messo su 13 chilogrammi" sottolinea Soares.
sfida
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Sceso di barca Stefano Oppo – il canottiere sardo si è preso un anno di pausa attiva partecipando a qualche evento di beach sprint -, il direttore tecnico Antonio Colamonici ha promosso Gabriel Soares e Niels Torre sul doppio pesante e i primi risultati sono stati sorprendenti. Agli Europei il primo confortante segnale con il 4° posto, in Coppa del Mondo a Varese uno nuovo squillo con il 2° posto ("Non erano scontati questi risultati alla prima stagione – racconta Soares -. Sia per me che per Niels l’obiettivo iniziale era quello di restare nel gruppo senior azzurro e invece il direttore tecnico ci ha subito dato fiducia e abbiamo capito che potevamo farcela"). In questo fine settimana c’è stato il passaggio ai campionati italiani senior difendendo colori diversi: Soares rema per la Marina, Torre per i Carabinieri (2° nel singolo). L’ultima tappa del 2025 sarà a settembre con i Mondiali di Shanghai (Cina) ma guardando al futuro il doppio azzurro ha intrapreso un lungo percorso verso Los Angeles 2028 in una specialità che non regala medaglie all’Italia dai Giochi di Londra 2012. Una strada complessa a cominciare dalla categoria. Perché i due azzurri sono reduci da una carriera nei “pesi leggeri”. "Di sicuro dobbiamo crescere ancora fisicamente – racconta Torre, di mamma olandese – perché troviamo equipaggi con una stazza maggiore rispetto alla nostra ma partendo dai 70-72 kg siamo già oltre gli 80. Non avremo la loro stessa forza però quello che conta per noi è mantenere un buon rapporto peso-potenza". Torre, come Soares, non ha mai avuto dubbi sulla scelta da intraprendere in vista di Los Angeles: "Il canottaggio tradizionale mi affascina di più – sottolinea Niels, neo laureato in Scienze dell’alimentazione –, certo partecipare a un’Olimpiade è importante ma riuscire a farlo nella disciplina tradizionale avrebbe un valore maggiore".
eredità
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Soares-Torre sono dunque impegnati a portare avanti un progetto quadriennale consapevoli di aver ereditato il testimone da campioni che hanno reso grande l’armo. Gli ultimi a salire sul podio olimpico sono stati Alessio Sartori e Romano Battisti. "È stato un doppio formidabile – ricorda Soares -. Di Romano ho un ricordo bellissimo. Io a 19 anni ero alle mie prime esperienze azzurre, lui verso fine carriera. Mi ha insegnato molto: un guerriero con una straordinaria etica del lavoro. Sarà un onore inseguire i risultati che ha ottenuto lui". La barca “leggera” è pronta a stupire e conquistare medaglie pesanti. A cominciare dal prossimo mondiale cinese.