I tre incontri giocati a Riad per onorare la seconda edizione del Six Kings Slam - quanto di più vicino ad un viaggio premio possa immaginare un professionista dovendo comunque impugnare la racchetta - ha arricchito il patrimonio di Jannik Sinner che si appresta a chiudere l'anno ancora da Paperone, anche se ha perso lo scettro da n.1 mondiale.
Sei milioni di dollari (5 milioni e 150mila euro) per la vittoria (incluso il milione e mezzo garantito come gettone di presenza) si aggiungono ai guadagni stellari che, tra montepremi di tornei vinti e sponsor a pioggia, fanno del campione di tennis mr. 100 milioni. A Riad ha ricevuto anche un prezioso cadeau degli organizzatori: una racchetta d'oro, del valore di 250mila euro, suscitando l'invidia dello sconfitto Carlos Alcaraz. Il torneo-esibizione organizzato in Arabia Saudita non dà punti per la classifica ATP, ma si capisce perché il suo irresistibile appeal permette di accantonare per una settimana le lamentele dovute al calendario troppo fitto.
E qui si innesca un altro tema: quello sugli impegni futuri del campione altoatesino, quest'anno peraltro fermo tre mesi per squalifica. Iscritto al Vienna Open (ATP 500) che inizia domani (nei 16mi affronta il tedesco Altmaier) ed al Masters 1000 di Parigi - tornei preziosi per riavvicinarsi al numero 1 del ranking - sarà poi alle Atp Finals di Torino (9-16 novembre).
Tre giorni dopo, a Bologna, inizia contro l'Austria la difesa azzurra della Coppa Davis. Sinner, determinante nei successi del 2023 e 2024, però potrebbe non esserci: ancora non ha sciolto la riserva, lasciando in dubbio la sua partecipazione: "Non ho ancora deciso, non lo so" ha risposto dopo aver battuto Tsitsipas a Riad.
Tornando al Sinner-Paperone, fino ad oggi nel 2025, con nove tornei giocati (e con lo stop di tre mesi per squalifica), l'altoatesino ha incassato 12 milioni 346mila dollari in soli premi (circa 10,6 milioni di euro). Il suo 'prize money' ATP in carriera é così arrivato a sfiorare i 50 milioni di dollari (49,591,462).
Il singolo successo più redditizio é stato quello di Wimbledon contro Alcaraz, che gli ha portato tre milioni di sterline (3,455 milioni di euro), seguito da due finali perse, entrambe contro l'onnipresente spagnolo: US Open (2,5 milioni di dollari, al cambio 2,144 milioni di euro) e Roland Garros (1,275,000 euro). L'Australian Open, primo Slam dell'anno, vinto per la seconda volte consecutiva battendo in finale Alexander Zverev, gli ha fruttato 3,5 milioni di dollari australiani (1,9 milioni di euro).
A queste cifre vanno aggiunti gli introiti da sponsor, accorsi sempre più numerosi con l'aumentare della notorietà. Il rapporto pubblicato da Forbes lo scorso agosto ne metteva in fila una dozzina: da Intesa Sanpaolo (con cui sta trattando il rinnovo) a Lavazza, da Rolex a Nike, De Cecco (che ha creato un'edizione limitata di pasta a forma di racchetta chiamata 'Sinner') e Fastweb. Escludendo quello con Gucci (le cui cifre non sono state svelate), i contratti già in essere gli hanno fruttato fino ad oggi circa 3 milioni di euro netti a stagione. Solo l'accordo firmato con Nike nel 2019 e rinnovato nel 2022 per altri 10 anni vale 150 milioni di dollari, ovvero 15 l'anno.
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