Parma in 10 dal 42', ma il muro regge. Cornet sbaglia un rigore al 97', il Genoa non vince mai: è 0-0

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La squadra di Vieira, ancora a secco di successi in campionato, sbatte su Suzuki che para tutto e non riesce ad approfittare della superiorità numerica per l'espulsione di Ndiaye a fine primo tempo

Guendalina Galdi

Giornalista

19 ottobre - 17:23 - MILANO

Doveva essere la domenica del riscatto e di un Genoa-Parma che poteva dare un segnale alla bassa classifica invece è stata una giornata agrodolce per entrambe e al Ferarris la vera partita si è giocata tra il Grifone e Zion Suzuki, l’unico vincitore al termine di 90 minuti in cui ha parato – soprattutto nella ripresa – tutto quello che poteva. È finita 0-0, con gli ospiti in 10 dal 42’ del primo tempo e con i fischi e un urlo di Marassi: “Meritiamo di più”. 

TANTO FISICO, POCHE OCCASIONI

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 - Vieira se la gioca con il solito 4-2-3-1 e davanti a tutti sceglie Ekuban, mentre Colombo e Ekhator si accomodano in panchina. Dietro di lui Malinovskyi, col compito di dettare i ritmi e mettere ordine, e Vitinha, al quale Vieira ha più volte chiesto di lanciarsi in avanti, cercando quello strappo decisivo per sfondare l’ordine difensivo del Parma. Cuesta dall’altro lato inizia con una difesa a quattro, con Britschgi più basso del previsto sulla sinistra per arginare Norton-Cuffy, base di un 4-3-3 che finisce con il tridente Almqvist-Pellegrino-Cutrone, un trittico che ha chiuso il primo tempo con le ali a fasce invertite. Partita molto fisica fin da subito ma quello che serve a entrambe le squadre è dare una spallata alla classifica che rende questa gara uno scontro salvezza fuori stagione. Si sprecano i duelli: Ostigard contro Pellegrino, Vitinha contro Delprato, Britschgi contro Norton-Cuffy, ma le occasioni latitano e alla fine del primo tempo si contano più gli errori che i tiri in porta. Il Genoa cerca Ekuban ma senza esito, poi al 9’ è Cutrone che si fa vedere nell’area genoana, viene circondato da tre maglie rossoblù, riesce a calciare ma il suo tiro a giro finisce larghissimo. Tutto da rifare. Vitinha si riaffaccia nella metà campo avversaria, crossa al centro ma non trova nessuno; un minuto più tardi Malinovskyi ispira per vie verticali Ekuban che si crea lo spazio giusto per calciare in porta ma è tanta potenza e poca precisione e Suzuki osserva il pallone finire oltre il fondo. Il pubblico del Ferraris capisce che il momento può essere buono e si alza il volume come si alza un pallone potenzialmente pericoloso che Masini recupera sulla trequarti: la carambola arriva verso Suzuki ma appena fuori dalla sua area e per spazzarlo via ci vuole una mossa in stile karate. Contava essere efficaci e il portiere del Parma da questo punto di vista è stato impeccabile per 90 minuti. La prima occasione per ribadire il suo talento ce l’ha al 28’: punizione battuta da Malinovskyi, Vitinha di testa da due passi schiaccia nell’angolino basso dove Suzuki ci arriva. Non trattiene ma poco male, pericolo scampato. Si riparte da un angolo che però il Genoa spreca e dà il via a una ripartenza del Parma che viene fermata in modo irregolare da Malinovskyi. Un giallo che ha evitato più di un problema a un Genoa in quel momento sbilanciatissimo. 

IL ROSSO, IL RIGORE E IL SUZUKI-SHOW

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Il secondo giallo della partita è per Ndiaye per fallo su Malinovskyi; ammonizione ingenua, al 38’. Ma mai quanto la seconda, quattro minuti più tardi, per un fallaccio da dietro su Vitinha: rosso e Cuesta resta in dieci al 42’. Paga anche Bernabè: via subito il numero 10, dentro Valenti. Il primo tempo si chiude con la conclusione di Vasquez, dritta in gradinata. Poteva optare per un appoggio, magari su Malinovskyi lì vicino, ma la frenesia del tiro ha preso il sopravvento e che non sia stata la scelta migliore l’ha capito anche lui chiedendo subito scusa all’ucraino. A inizio secondo tempo Vieira inserisce Carboni a destra (via Sabelli) e Norton-Cuffy scivola indietro; Cuesta toglie un evanescente Almqvist e fa entrare Ordonez. Due minuti dopo l’inizio della ripresa il Genoa prova a far valere subito la superiorità numerica ed è ancora Malinovskyi il più pericoloso: punizione da quasi 30 metri, la batte lui e la palla è forte ma sul palo di Suzuki che non si fida della presa e scaraventa via il pallone. L’azione prosegue e il Grifone insiste con Carboni che calcia dritto in porta, potente, ma trova di nuovo l’opposizione del portiere avversario. Salgono i decibel e la squadra di Vieira anche. Quando è trascorso oltre un quarto d’ora dall’inizio della ripresa il Genoa torna all’attacco a testa bassa: Malinovskyi cerca il gol in tutti i modi ma Suzuki gli dice ancora di no, stessa risposta che pochi secondi più tardi dà anche a Masini. Cuesta in dieci e con un attacco fantasma non può far altro che aggrapparsi al suo portiere per (almeno) non prendere gol. Solo Keita prova a trascinare il Parma avanti ma non arriva nulla di più di un cross (insidioso, sì) che attraversa tutta l’area ma nessuno si cura di quel pallone. Malinovskyi continua la sua personale partita contro Suzuki che gli ha bloccato qualsiasi tiro ma a volte esagera e pecca di troppa sicurezza sciupando palloni e regalandoli alla gradinata. Il Genoa ci prova in tutti i modi e all’82’ Ekhator di testa prova a sorprendere il giapponese ma anche stavolta il numero uno del Parma si supera e blocca anche questa con la manona aperta. Genoa-Suzuki però non è finita lì: Troilo in pieno recupero stende Ekhator in area e il Grifone è distante undici metri dalla sua prima vittoria in questo campionato. Dal dischetto va Cornet e Suzuki fa l’ennesimo miracolo e lo para. Altri due minuti di gioco e Genoa-Parma finisce con uno 0-0 e tanti fischi per il Grifone, sempre ultimo in classifica, insieme al Pisa e – momentaneamente – alla Fiorentina.

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