Jannik travolge il n.7 del mondo in una partita senza storia e raggiunge Musetti. Domani affronterà in serata lo statunitense Paul
Jannik Sinner fa impressione. Si è ripresentato a Roma 104 giorni dopo l’ultima partita, si è fatto scivolare di dosso, man mano che buttava giù gli avversari come birilli, la ruggine, fisica e mentale, della squalifica per doping e oggi, nella prova sulla carta fin qui più impegnativa, ha tramortito Casper Ruud rifilandogli un cappotto nel primo set in 27 minuti e chiudendo 6-0 6-1 in 1 ora e 3 minuti. È grande Sinner, è grande Italia al Foro Italico. Jasmine Paolini che apre il pomeriggio azzurro approdando in finale nel singolare femminile, e ora il numero 1 del mondo che raggiunge Lorenzo Musetti nelle semifinali maschili. Un’impresa, questa, mai vista prima nell’era Open. Per rintracciare due italiani nei primi quattro bisogna scorrere gli annali del torneo fino al 1958, quando Nicola Pietrangeli batté in finale Beppe Merlo. Ma questa, d’altronde, è un’Italia che sta riscrivendo la storia del tennis. Domani sarà un’altra giornata di passione a Roma. Alle 15.30 Musetti contro Alcaraz, di sera (non prima delle 20.30) Sinner contro Paul.
sulla carta
—
Dicevamo che il match dei quarti si presentava, almeno apparentemente, come non semplicissimo per la Volpe. Ruud si trova a suo agio sulla terra. Due volte finalista al Roland Garros, il 26enne norvegese n.7 Atp è il giocatore del circuito che ha vinto più partite sul rosso dal 2020 (128) e, in carriera, vanta una percentuale del 75% di vittorie su questa superficie. Sinner, dal canto suo, è sempre stato meno performante su questi campi (71% di partite vinte contro l’80% sul veloce). Ma va detta una cosa. La scarsa confidenza sul rosso risaliva al "vecchio" Sinner, cioè prima che l’altoatesino si insediasse al comando del ranking e consolidasse il suo dominio. Jannik, infatti, era sbarcato al Foro avendo giocato l’ultima partita sulla terra il 7 giugno 2024, nella semifinale del Roland Garros persa al quinto set contro Alcaraz. Non dimentichiamo, infatti, che a partire da ottobre Sinner ha inanellato 25 vittorie consecutive conquistando il 1000 di Shanghai, le Atp Finals, la Coppa Davis, l’Australian Open e riprendendo il filo agli Internazionali, dopo i tre mesi di stop. La prova di oggi certifica che Sinner è il numero 1, a prescindere dalle superfici. La dimostrazione di superiorità contro Ruud riecheggia il trattamento riservato a novembre sul veloce di Torino, nelle semifinali delle Finals, quando l’italiano concesse appena tre game al norvegese.
la partita
—
Praticamente non c’è stata partita. L’inizio, in particolare, è disarmante per Ruud. Sinner si aggiudica in avvio 14 punti a 1 e vola via, con una potenza e velocità di colpi insostenibili per l’avversario. Nel primo set, soltanto nel sesto gioco si va ai vantaggi: 6-0 per Jannik in 27 minuti. Incredibili le statistiche in risposta: il n.1 vince l’83% dei punti sulla prima di servizio di Ruud e l’88% sulla seconda. Un cannibale. Dopo 47 minuti di gioco, sul 6-0 2-0, lo scandinavo riesce a conquistare il primo game: braccia alzate, come se si fosse liberato da un giogo infernale. Ma Sinner non si ferma e scardina le difese di Ruud. Quando non sono le martellate da fondo, ecco la variante della smorzata. C’è un altro break per il 4-1, viatico per una comoda vittoria. Adesso lui e Musetti sognano di iscrivere il loro nome sull’albo d’oro del torneo, a 49 anni dall’ultima impresa di Adriano Panatta.