I fatti risalirebbero al 2016, quando il due volte oro ai Giochi viveva a casa dell'allenatore. La difesa: "Rapporti consensuali"
Il biolimpionico francese Yannick Agnel sarà processato dal tribunale dell’Alto Reno, con l’accusa di stupro e violenza sessuale nei confronti di una minore, la tredicenne figlia dell’allenatore, che si è allenata a Mulhouse con lui tra il 2014 e il 2016. Alloggiava a casa dei genitori di lei nel 2016, quando lui aveva 24 anni e ora a 32 anni insiste sul fatto che la relazione fosse consensuale e affettuosa. Agnel rimane sotto sorveglianza giudiziaria. L’indagine fa seguito alla denuncia di Naome Horter, figlia dell’ex allenatore del nuotatore, Lionel Horter. Secondo i pubblici ministeri, gli eventi in questione si sono svolti tra il 31 dicembre 2015 e il 31 agosto 2016 in varie località, tra cui Mulhouse, la Thailandia e l’isola di Tenerife. L’indagine ha portato all’incriminazione del nuotatore nel dicembre 2021. Agnel ha sempre negato di aver avuto alcun controllo sull’adolescente. Il pubblico ministero dell’epoca, Edwige Roux-Morizot, ha ritenuto che "i fatti costituiscono stupro e violenza sessuale a causa della differenza di età, perché il sistema giudiziario ritiene che vi sia una vera e propria costrizione morale". Lo scorso luglio, il nuotatore, che si era ritirato nel 2016, si è recato nell’ufficio del giudice istruttore di Mulhouse per un confronto che aveva richiesto con la sua accusatrice, ora ventenne. Rischia dai 15 ai 20 anni.
le accuse
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Il procuratore di Mulhouse Nicolas Heitz accusava Agnel di violenza sessuale su un minore di 15 anni, ma su quest’altro caso la posizione del nuotatore è stata archiviata. Thomas Wetterer, avvocato di Naomé Horter, ora 23enne, ha espresso il sollievo di lei e dei suoi genitori per la notizia dell’incriminazione. “Il giudice istruttore di Mulhouse ribadisce qualcosa che dovrebbe essere naturale secondo il buon senso, vale a dire che un uomo di 23 anni non può avere rapporti sessuali con una bambina di 13 anni”. Céline Lasek, uno degli avvocati del nuotatore, ha dichiarato che avrebbe presentato ricorso contro questo deferimento al tribunale penale, un organo composto interamente da giudici togati, incaricato di giudicare i reati punibili con pene fino a 20 anni.