All’Automotive Dealer Day di Verona il ministro ha ribadito le proprie posizioni sull’elettrico, annunciato una modifica delle norme sul superbollo e una revisione della fiscalità sull’auto aziendale
Emilio Deleidi
13 maggio - 13:48 - VERONA
No alle sole elettriche nel 2035, no al blocco delle auto Euro 5, rimodulazione del superbollo, sì alla revisione sulla fiscalità delle auto aziendali: queste, in sintesi, le posizioni espresse dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini in occasione del convegno di apertura dell'Automotive Dealer Day di Verona, appuntamento di riferimento per il settore della distribuzione e dei servizi per le auto.
STOP AL GREEN DEAL
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Ancora una volta Salvini ha espresso tutta la sua contrarietà al piano delineato dall’Unione Europea per il passaggio a una mobilità a emissioni zero, bollato come "ideologico, folle e insensato", perché non tiene conto delle reali esigenze dei consumatori. Salvini non si accontenta dal rinvio delle multe per lo sforamento della media di emissioni da parte dei costruttori ottenuto dalla UE, ma ne chiede il totale azzeramento; ritiene anche che sia necessario impostare fin d’ora un dialogo che, a partire dal 2026, permetta di ridiscutere completamente la data limite del 2035 come stop alla vendita in Europa di auto con motore termico.
IL SUPERBOLLO
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Tema importante dell’intervento del ministro a Verona è stato quello della sovrattassa che oggi grava sulle auto con potenza superiore ai 185 kW. Salvini ha confermato che, vista anche la modestia del gettito fiscale attuale (circa 200 milioni di euro l’anno), il sistema sarà rivisto, nell’attesa di una sua auspicata abolizione. "Per evitare accuse di favoritismi nei confronti di chi si può permettere auto molto costose e potenti", ha spiegato, "introdurremo una modulazione della sovrattassa basata su fasce progressive di potenza". Non si parla, quindi, di una cancellazione a breve del balzello, ma di una sua rimodulazione che tenga conto di criteri di equità fiscale.
EURO 5 ED AUTOVELOX
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Due altri temi stanno a cuore del ministro. Da settembre, in molte aree della Pianura Padana molte auto Euro 5 non potranno più circolare, sulla base di provvedimenti locali a carattere ambientale. Il ministro ha espresso la propria contrarietà a questo orientamento che, ha spiegato, colpirebbe 300 mila auto nel solo Piemonte, vetture i cui proprietari spesso non hanno i mezzi per poterle sostituire e che ne hanno bisogno per motivi di lavoro. Il ministro intende affrontare questo tema, per cercare di trovare soluzioni d’intesa con le amministrazioni locali. Quanto agli autovelox, Salvini ha ribadito di stare aspettando il censimento degli strumenti in uso da parte delle varie amministrazioni: "Quello che vogliamo sapere", ha dichiarato, "è quanti sono, dove sono e perché sono stati collocati in quelle posizioni gli apparecchi di rilevazione, perché nessuno è contrario a controlli installati in situazioni stradali di reale pericolosità; ma gli autovelox non devono diventare una tassa ulteriore per gli automobilisti".
I FRINGE BENEFIT
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E, a proposito di fiscalità, Salvini si è dichiarato disposto a rivedere anche quella recentemente introdotta sulle auto aziendali, che favorisce solo le elettriche e le ibride plug-in: "Riconosco", ha spiegato, "che il governo ha commesso un errore, penalizzando il mercato e gli utilizzatori, quindi siamo pronti a tornare indietro". Bisognerà però probabilmente attendere la prossima legge di bilancio per vedere modificata la normativa oggi in vigore.