Rosenthal: "Io, Udine e quelle scritte antisemite, non andò come dissero allora..."

4 ore fa 1

L'attaccante dello Standard Liegi, acquistato dai Pozzo nel 1989 e poi subito mandato via dopo le scritte comparse sui muri della città: "Io avevo un problema alle vertebre, e l'Udinese aveva già preso Balbo. L'anno dopo però andai al Liverpool"

Roberto Maida

Giornalista

14 ottobre - 08:31 - INVIATO A UDINE

Israele più Udine uguale ricordo: l’associazione storica corre ai tempi di Ronny Rosenthal, velocissimo attaccante dello Standard Liegi che nel 1989 firmò un contratto con l’Udinese. Solo che Rosenthal in Italia non ha mai giocato. Gianpaolo Pozzo rinunciò all’acquisto dopo aver visto i muri della città pieni di scritte antisemite.

Rosenthal, andò davvero così?

"Ma no, l’Udinese cambiò idea per due motivi: il primo era un problema alle vertebre. Il secondo, e più importante, è che nel frattempo il club era riuscito a prendere Balbo".

L’esperienza a Udine cosa le ha lasciato?

"Niente di particolare, io venni trattato benissimo. Mi dissero dopo, delle scritte. Ma questa storia ha un lieto fine: l’anno dopo sono andato al Liverpool".

Oggi l’atmosfera è altrettanto pesante a Udine.

"Per altre ragioni, delle quali non vorrei parlare. Lo sport e la politica devono restare distinti".

C’è una città blindata per Italia-Israele. Impossibile non parlarne.

"Capisco lo stato d’animo di un tifoso che va allo stadio in queste condizioni. Non è bello e non lo è neppure per i calciatori".

La nazionale israeliana risente di questo clima ostile?

"Non credo, anche se giocare sempre lontano da casa non è semplice".

Si è parlato di sospendere Israele da tutte le competizioni sportive.

"Non sarebbe giusto. Che responsabilità ha un atleta di una situazione politica? Anzi, un atleta vuole tenersi a distanza da certe questioni".

I giocatori israeliani sono orgogliosi di indossare la maglia della loro nazionale?

"Totalmente. E vale per i giocatori di tutte le nazionali".

Italy's forward #07 Matteo Politano and Israel's forward #10 Manor Solomon (R) vie for the ball during the 2026 World Cup qualifiers Europe zone group I football match between Israel and Italy on September 8, 2025 in Debrecen, Hungary. (Photo by Attila KISBENEDEK / AFP)

Dal punto di vista sportivo, quali sono le ambizioni di Israele?

"L’Italia è superiore. Noi siamo un piccolo Paese senza grandi strutture e più di tanto non possiamo fare. Il problema non è la mancanza di talenti: guardate Gloukh o Solomon. La verità è che non siamo abituati a costruirli come atleti. Se non hai il passo e l’intensità giusti, non arrivi ad alti livelli".

Come ha fatto lei ad arrivare al Liverpool?

"Avevo un dono naturale: ero rapidissimo. Ma ho dovuto cavarmela da solo".

Ora, a 62 anni, come passa il suo tempo?

"Lavorando come consulente di calcio. Anche in Italia".

Leggi l’intero articolo