Ho la sensazione che i modelli di intelligenza artificiale abbiano già oggi meno allucinazioni degli esseri umani". Così Dario Amodei, amministratore delegato di Anthropic, ha definito l'attuale panorama delle IA generative. Il manager della startup rivale di OpenAI è intervenuto durante l'apertura di Code with Claude, il primo evento per sviluppatori di Anthropic, che si è tenuto stanotte a San Francisco.
Secondo Amodei, le allucinazioni, ossia risposte intere o solo in parte errate fornite dalle IA sia come forma testuale che visiva, non rappresentano una limitazione al percorso di Anthropic verso l'intelligenza artificiale generale, conosciuta come 'agi'. "Arriverà entro il 2026 anche se in forma sperimentale" ha detto "visto che l'interesse è oramai ovunque e l'innovazione sta accelerando".
Nei giorni scorsi Sergey Brin, co-fondatore di Google, in occasione della conferenza per sviluppatori Google I/O, ha ipotizzato il 2030 come l'anno di arrivo dell'agi, sottolineando l'obiettivo di voler "far diventare Gemini" il chatbot di Google "la prima intelligenza artificiale generale in assoluto". Come scrive Techcrunch, Amodei ha sottolineato che emittenti televisive, politici e persone di ogni tipo commettono errori in continuazione. "Non bisogna cercare troppo gli ostacoli ma andare avanti". Proprio ieri Apollo Research, un istituto di ricerca indipendente, ha pubblicato un report in cui sconsiglia ad Anthropic di rilasciare Claude Opus 4, un aggiornamento del suo modello. Pare che questo sia troppo incline a ingannare gli uomini "con tassi così elevati che ne eviteremmo l'uso sia internamente che esternamente" si legge nel documento.
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