Dopo un primo tempo in totale controllo, la squadra di Xabi Alonso per poco non si fa riacciuffare nel recupero: accorcia Beier, poi segna Mbappé in acrobazia prima dell'espulsione di Huijsen e del rigore trasformato da Guirassy. In semifinale sfida stellare con i parigini
C on tutto il rispetto per Chelsea e Fluminense, ma sarà questa la semifinale più intrigante del Mondiale per Club. Il Real Madrid, che passa con il brivido, dopo aver dominati fino al 90’ raggiunge il Psg nella sfida di mercoledì un duello tutto europeo che mette in palio la finale, fa scontrare le ultime due vincitrici della Champions e offre altri confronti gustosi. L’asturiano Luis Enrique di fronte al basco Xabi Alonso, la scuola della Spagna del nord che vuole comandare il mondo. E poi Mbappè contro i suoi ex amici, molto ex, per il velenoso addio di un anno fa.
I motivi
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Il Real sembra non aver bisogno di lui per sbarazzarsi del Dortmund: quando entra, fa vedere che sta migliorando come condizione e segna il 3-1 . Pare la fine del match, ma al 98’ Guirassy su rigore fa 3-2 (espulso Huijsen) e all’ultimo istante Courtois nega il 3-3 a Sabitzer: sarebbe stato un colpo clamoroso. Il bello del Madrid si vede più nel primo tempo, quando va avanti con i due Garcia, Fran e Gonzalo. Il Borussia era preparato al nuovo volto del Real Madrid, perché «Xabi Alonso gioca come a Leverkusen, solo con altri giocatori», aveva sentenziato Kovac. Ma siccome conosceva l’allenatore che ha vinto a Bundesliga l’anno scorso, non poteva non attendersi sorprese. Perché anche al Bayer, il basco non aveva sistemi fissi, pur con la prevalenza della difesa a tre. In questo quarto il Madrid si presenta invece a quattro, Tchouameni davanti alla difesa affiancato da Arda Güler, altra novità, e delizioso nel palleggio e nell’assist dell’1-0. Se Vinicius e Gonzalo Garcia si avvicinano e si allargano davanti, Bellingham galleggia dietro alle punte ma sulla sua linea si trova anche Valverde. Sarebbe una sorta di 4-2-2-2 ma è proprio Valverde a dare più variazioni. Il capitano può agire anche da interno, con centrocampo a tre, o soccorrere la linea difensiva. Nella ripresa diventa anche terzino fisso.
Le mosse
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Il marchio del passato tedesco del tecnico si vede comunque anche nella seconda rete. con assist basso di Alexander-Arnold per Fran Garcia, da un esterno all’altro come se fossero Frimpong e Grimaudo del Leverkusen campione. L’1-0 dopo 10’ testimonia la buona vena di Gonzalo Garcia, giustiziere della Juve.
Resa Borussia
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Il duello fra i fratelli Bellingham è saltato causa squalifica del più piccolo, Jobe, passato da inizio giugno al Borussia. Ma le colpe dei tedeschi non possono essere giustificate da questa assenza. Sono inferiori, patiscono le verticalizzazioni del Madrid e vengono colti sul tempo in troppe azioni. Brandt di testa manda fuori la prima occasione della partita, ma poi è anche lui l’emblema della confusione giallonera: il capitano è più interno di sinistra accanto a Gross e Sabitzer, che trequartista, modellando per obbligo in 5-3-2 il sistema borussiano. Poi si allarga sulla trequarti per sfuggire a Tchouameni, senza riuscirci troppo. A inizio ripresa Kovac tenta quindi di scuotere i suoi con un triplo cambio ed è soprattutto Beier (per Adeyemi) a dare più sostanza. E quasi pareggia.