I due allenatori con tanti pensieri per la partita di domenica sera. Le fasce sono un problema per tutti, con Saelemaekers out e Dodò in bilico
Alessandra Gozzini e Francesco Velluzzi
13 ottobre - 08:32 - MILANO
Max Allegri il livornese contro la Fiorentina. Stefano Pioli contro il suo passato. La settimana che porta a Milan-Fiorentina, in programma per domenica alle 20.45, comincia con parecchi pensieri: dubbi di formazione e improvvisazioni necessarie. La sosta per le nazionali lascia qualche incertezza a entrambi gli allenatori. Vediamo come proveranno a fare di necessità virtù.
allegri e il milan
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La partita con la Viola, per Allegri, arriverà alla fine di una settimana di lavoro a metà, con quindici giocatori assenti per gli impegni in nazionale (in una rosa volutamente corta, sono l’80% del gruppo), impegni che in diversi casi hanno avuto delle conseguenze: l’ultima in ordine cronologico è la botta al polpaccio subita da Rabiot, che ieri ha evitato di allenarsi. Una cautela dovuta, assicura il ct Deschamps ("Non si è allenato per precauzione, bisogna lasciargli un po’ più di tempo"), senza che ci siano allarmi riguardo le condizioni di Adrien. Stessa sorte per Leao, ieri assente dall’allenamento portoghese dopo essere subentrato contro l’Irlanda. Con l’Ungheria non ci sarà: semplice gestione dopo un inizio stagione condizionato dal problema al polpaccio. Rafa rientrerà a Milano e sarà già in campo nel pomeriggio.
i dubbi del milan
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I dubbi quindi saranno soprattutto sulle fasce. Alexis Saelemaekers si era arreso dopo un’ora in Belgio-Macedonia del Nord: problema al flessore destro che lo costringerà a saltare la sfida al Galles e, quel che più interessa ai milanisti, lo scontro con i viola di domenica. Max ora provvederà alla sostituzione. L’incarico verrà conferito solo a metà settimana, una volta che Zachary Athekame tornerà rossonero: il terzino sarà in serata a Lubiana per Slovenia-Svizzera. Due giorni fa la federazione elvetica ne ha annunciato la "promozione": dalla Under 21 è passato in nazionale maggiore per rinforzare il gruppo dei grandi dopo alcune defezioni. La settimana si concluderà con un altro scatto in avanti, la prima da titolare con il Milan dopo due presenze in campionato da subentrato. Nel ruolo è la riserva naturale di Saelemaekers. Così come Bartesaghi lo è di Estupinan: il mancino dell’Ecuador è rimasto in Sudamerica nonostante una lieve distorsione alla caviglia subita contro gli Stati Uniti di Pulisic (subentrato perché non al meglio) che lo ha costretto al cambio prima dell’intervallo. Una volta accertato che il danno era di poco conto potrebbe giocare anche contro il Messico di Gimenez, nella notte italiana di mercoledì. Allo stato attuale Estupinan è da considerare abile e arruolato per la Fiorentina. In attacco, invece, Gimenez tornerà solo giovedì a Milano ma resta una delle certezze: per generosità e lavoro per la squadra è insostituibile. Il vero dubbio è su chi sarà al suo fianco: Pulisic sarà impegnato in Colorado nella solita notte di mercoledì, con ripresa con il gruppo a Milanello prevista due giorni dopo. Anche la sua caviglia sarà da valutare con attenzione. È comunque in vantaggio per una maglia, incalzato da Leao, se al top, e Nkunku, anche lui impegnato con la Francia.
i dubbi di pioli
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Pioli alla vigilia del ritorno a San Siro è pieno di dubbi. Il primo riguarda Moise Kean, che ha la caviglia destra in disordine. Per come cammina, è impensabile un impiego del centravantone domani a Udine contro Israele, ma è a forte rischio anche la partita col Milan. Dal ritiro azzurro mercoledì Pioli ritroverà freschissimo Roberto Piccoli, che con l’Italia si è solo allenato perché Pio Esposito spinge ed è spinto dal valore che ha e dal grande impatto mediatico. In caso di forfait di Kean sarà Piccoli a doversi sobbarcare il peso dell’attacco viola alla Scala del calcio. Ma i guai della Fiorentina non finiscono qui. Domani la squadra si ritroverà al Viola Park dopo due giorni di riposo e Pioli dovrà verificare le condizioni di altri due calciatori fondamentali: l’esterno destro brasiliano Dodò e la mezzala offensiva Jacopo Fazzini. Entrambi sono dovuti uscire per infortunio nell’ultima partita persa con la Roma, l’unica in cui la Viola non meritava di perdere. Le possibilità di recuperarli ci sono anche se pure oggi continueranno a lavorare a parte. Come Simon Sohm. Lo svizzero ha rinunciato alla nazionale per la fascite plantare che gli crea fastidio da un po’. Se Dodò dovesse rinunciare, Pioli dovrebbe ricorrere al 2006 Jacopo Fortini che ha fatto benissimo in B alla Juve Stabia, ma ha capito che la A è un’altra storia. L’impiego di Fazzini, la miglior novità tra i tanti acquisti estivi della coppia Pradé-Goretti, non esclude Albert Gudmundsson che con l’Islanda ha mandato messaggi positivi segnando una doppietta contro l’Ucraina.
il dilemma gudmundsson
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Gud è il vero dilemma di Pioli. Comprato dopo un primo prestito, non ha finora ripagato la fiducia riposta in lui da società e allenatore. Ma è chiaro che se Fazzini non dovesse farcela, avrebbe garantita un’altra maglia da titolare a San Siro. Ma se la nazionale è stata rigenerante per Gudmundsson, non è stata invece una parentesi felice per il centrale croato Marin Pongracic, finora l’imprescindibile nella difesa a tre di Pioli. Il difensore viola ieri contro Gibilterra ha chiesto il cambio dolorante al 60’. E ora anche lui è uno dei rebus per domenica sera.