Questo è il vero Sinner! Strapazza Bublik in un'ora e 21', ora ai quarti il derby con Musetti

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Jannik gioca una gran partita e lascia al kazako, in giornata no anche col servizio, solo tre game con un periodico 6-1. Domani la sfida con Lorenzo

dal nostro inviato Riccardo Crivelli

2 settembre - 02:48 - NEW YORK (USA)

E dunque, il tennis italiano vive un'altra giornata storica: per la prima volta negli Slam, mercoledì ci sarà un quarto di finale tutto tricolore. Dopo Musetti, infatti, anche Sinner approda tra i migliori otto degli Us Open dominando 6-1 6-1 6-1 il kazako Bublik, che è l'unico avversario ad averlo battuto in stagione (accadde al secondo turno di Halle a giugno) insieme ad Alcaraz: la più dolce delle rivincite, nonché il successo consecutivo n.25 negli Slam sul cemento. Ora è il quinto di sempre con McEnroe e dietro a Federer (40), Djokovic (27 e 26) e Lendl (26).

IL MATCH

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Bublik, n.24 del mondo, alla miglior stagione in carriera, in questi Us Open non aveva ancora perso il servizio (12 palle break annullate complessivamente): nel match contro il numero 1, perde i primi due game in cui batte lui, il primo con un doppio fallo. La conseguenza di un fattore tecnico incontrovertibile: la risposta di Jannik, che legge tutte le traiettorie del rivale e gli fa sempre iniziare lo scambio: in questo modo il kazako si ritrova subito invischiato nella ragnatela del più forte giocatore del mondo, di cui non può sostenere la potenza da fondo. Oppure, prova a forzare la seconda, con il risultato di commettere 4 doppi falli nel primo parziale, l'ultimo nel settimo game quando su una seconda prova a sorprendere Sinner con il famigerato servizio da sotto, che finisce a mezza rete tra l'ilarità generale, quella di Bublik compresa. D'altro canto, quando al servizio c'è il n.1 del mondo, non si gioca: appena un punto concesso con la prima, nonostante le percentuali che oscillano sempre intorno al 50%, e due con la seconda, sulla quale il kazako non riesce comunque mai ad essere aggressivo. Il canovaccio si ripete senza variazioni anche negli altri due set, in pratica un massacro sportivo: ogni game al servizio di Bublik è un patimento, se la prima non gli entra praticamente non si scambia mai e nei pochi palleggi da fondo non riesce a sostenere il ritmo, e nemmeno la palla corta (contro Paul ne aveva messe a segno 28) può aiutarlo contro un avversario che ha sempre i piedi sulla riga di fondo, mentre Jannik con il pilota automatico è una macchina perfetta in battuta. E quando finalmente ottien un game nel terzo set dopo una grandinata che gli era già costata il 4-0, Alexander alza le braccia al cielo chiamando gli applausi del pubblico. Gli unici momenti giocosi, per lui: l'ora e 21 minuti in cui si è risolta la pratica è la più veloce partita in carriera tre set su cinque di Jannik.

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