Quando il "signor Cynar" si dedicò alle elettriche e al car sharing

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A metà degli anni '70, il veneziano Angelo Dalle Molle, l'inventore del celebre amaro Cynar, diventa pioniere della mobilità elettrica in Italia, senza successo. Ecco come andò veramente.

Maurizio Bertera

26 aprile - 10:03 - MILANO

La morte recente di Rino Dondi Pinton, l'inventore "tecnico" del Cynar e le difficoltà nel promuovere l'auto elettrica nel nostro Paese, ci hanno ricordato quanto il vero "signor Cynar", tra le tantissime intuizioni, ebbe quella di provare a lanciare vetture spinte dalla sola batteria. Angelo Dalle Molle, classe 1908 e veneziano di terra (era nato a Mestre), è stato un ricchissimo imprenditore che è diventato celebre grazie all'invenzione del Cynar, prodotto dalla sua azienda, la G.B. Pezziol, a partire dal 1948, con base la cynara scolymus, il carciofo. Nella formula più evoluta, studiata per due anni, verrà lanciato nel 1952, con una una campagna spettacolare che conquista l’intera Penisola, grazie a un’organizzazione ramificata e innovative campagne di marketing. Il successo dell’amaro travolse ogni aspettativa: due milioni di bottiglie vendute in un anno. Il Cynar entrerà definitivamente nel mito a metà degli anni '60 per uno degli sketch pubblicitari più noti al grande pubblico. Quello dell'imperturbabile Ernesto Calindri che sorseggia un bicchiere di Cynar seduto a un tavolino nel bel mezzo di una rotatoria (la Stanga di Padova, per la cronaca), nel caos del traffico cittadino e poi recita lo slogan entrato a far parte dell'immaginario collettivo: "Cynar contro il logorio della vita moderna". Il sodalizio tra l'attore e il marchio veneto durerà fino al 1984, ma verso la fine degli anni '70, il Carosello decide di mutare ambientazione e, dalla città trafficata, passa a un campo di carciofi. 

L'OFFICINA NELLA VILLA PALLADIANA

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All’inizio degli anni ’70 le vendite del Cynar e degli altri prodotti aziendali superano i 40 milioni di bottiglie annue, ma proprio all’apice del successo Dalle Molle perde interesse per l’attività imprenditoriale e sceglie due nuovi campi di interesse: l’informatica e l’ambiente. Dopo aver ceduto le sue quote nel 1973, acquista la spettacolare Villa Pisani in stile palladiano, a Strà (tra Padova e Venezia), per dedicarsi a tempo pieno ai suoi visionari progetti. È qui che apre un’officina meccanica e comincia a costruire auto elettriche e a progettare una rete di stazioni. L’idea è quella di organizzare un servizio di noleggio di vetture elettriche con parcheggi scambiatori dove lasciare la propria auto, prenderne una elettrica e quindi riconsegnarla. Un avveniristico progetto di car sharing che oltre a Milano coinvolgeva anche Padova, Firenze e Palermo. Non essendoci le auto elettriche, Dalle Molle non poteva che farsele in casa: la scuderia della villa viene trasformata in capannone e si allestisce una catena di montaggio per le vetture marchiate Pge (Progetto gestione ecologiche).

200 VETTURE OMOLOGATE

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Non è una follia da riccone o un presuntuoso esercizio di stile. Nella villa, Dalle Molle fonda il Centro Studi della Barbariga, dove riunisce accademici, scienziati e pensatori per discutere soprattutto della sostenibilità dei trasporti. "Le nostre città si stanno riempiendo di automobili e inquinamento. Per il benessere delle persone, dobbiamo concentrarci sull’aspetto ambientale di tali emissioni e sulla ricerca di soluzioni ecologiche" dice l'imprenditore, all'epoca considerato un utopista. Nel 1976 vengono omologati cinque modelli di auto elettrica, in collaborazione con Enel, Italgas, Fiat e Aem, e prodotti 50 veicoli da disporre all’interno degli stabilimenti Enel. Il progetto suscita forte interesse in molte città italiane, con tanto di piani esecutivi, e si concretizza a Bruxelles, dove per anni collega due sedi universitarie. Ma nonostante le promesse, la burocrazia, la politica italiana e il maggior produttore nazionale, che pure faceva parte del pool, affossano l’iniziativa. Inoltre, le amministrazioni locale frenano, i pretesti per non procedere si moltiplicano e a metà degli anni ’80 Dalle Molle è costretto ad abbandonare l’idea del trasporto elettrico a noleggio. Ne sono state prodotte circa 200, omologate come taxi, taxi merci, van, ambulanza, con un'autonomia massima di 50 km. Per la cronaca, quando la Fondazione Dalle Molle ha venduto villa Barbariga, nel 2010, c’erano una quindicina di auto nella scuderia/capannone: sono state donate al Museo Bonfanti-Vimar, di Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza. 

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

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Il pensiero sulla mobilità a 360° ha sempre pervaso Dalle Molle, non solo su strada ma anche in campo aeronautico. Nel 1947, con l'Italia ancora piena delle rovine del secondo conflitto mondiale, diede vita all’iniziativa AvioBar nell’ambito del progetto Grandi Marche Associate (sempre di sua creazione): un aereo cargo americano viene trasformato in un bar volante che compie il giro d’Italia in dieci tappe, con un enorme successo.  Quanto all'informatica, oltre alla Fondazione Dalle Molle sulla qualità della vita, crea nella Svizzera italiana tre istituti pionieristici sui temi dell’intelligenza artificiale: l’Isco a Ginevra (1976) per gli studi semantici e cognitivi che anticipa per certi versi Googlie Translator, l’Idsia a Lugano (1988) dedicato all’intelligenza artificiale e alle reti neurali, e un centro a Martigny (1991) sull’intelligenza artificiale percettiva. La sua Fondazione viene riconosciuta come fondamentale nella storia che porta alle attuali rivoluzioni, come ChatGpt: già nel 1997, Business Week la indica tra i cinque centri di ricerca sull’IA più influenti al mondo, accanto a "monumenti" come il Mit di Boston o l’università di Berkeley. Quando muore nel 2001, da un lato entra nella galleria (affollata) dei "geni dimenticati" ma al tempo stesso lascia un'eredità importante. Come dice Massimo Cerofolini, autore di un podcast su Radio1 Rai che racconta la vita e le opere di Dalle Molle "fu un italiano che mise il suo vulcanico estro e la sua geniale curiosità al servizio del futuro: inventando, comunicando, studiando come migliorare la vita dei suoi simili. Tutto andando continuamente e ostinatamente controcorrente".

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