A Rennes richiedeva le registrazioni delle sue gare per studiarle e migliorare: il ritratto del nuovo centrocampista nerazzurro
Alessandro Grandesso
21 agosto - 20:40 - PARIGI
C'è un po' di nobiltà nel sangue calcistico di Andy Diouf. Il centrocampista francese in arrivo all'Inter è cresciuto infatti in due dei migliori centri di formazione del Paese. A cominciare da quello del Psg per poi completare il percorso a Rennes, prima di spiccare il volo a Lens, dopo essersi messo in vista al Basilea. E l'Inter e l'Italia sono un po' nel destino di questo 22enne che cinque anni fa esordì in Youth League proprio contro i nerazzurri. E contro gli azzurri per i primi passi in Bleus, con cui un anno fa ha vinto la medaglia d'argento alle Olimpiadi.
potenza
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Il profilo di Diouf è quello del centrocampista box-to-box, capace però di esprimersi sia davanti alla difesa che da mezzala, in diversi ruoli tattici, secondo differenti schemi di gioco. Una polivalenza che lo ha trasformato in una pedina irrinunciabile per Will Still, allenatore del Lens nella passata stagione, prima di migrare per l'appunto in Inghilterra, al Southampton. E non era un caso se sul francese si erano mossi da tempo vari club di Premier League, apprezzandone la sintesi di potenza fisica e atletica che gli hanno permesso di disputare tutte le 34 partite dell'ultima Ligue 1.
esperienza
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Nel suo bagaglio c'è molto altro. Diouf è arrivato due anni fa a Lens, per firmare, in piazza tra i tifosi, un quinquennale diventando momentaneamente il giocatore più caro della storia del club. Il centrocampista era stato prelevato per 15 milioni dal Basilea dove aveva concluso una stagione in primo piano, da miglior giovane della Conference League, conclusa in semifinale, perdendo con la Fiorentina cui però aveva segnato un gol all'andata. Il terzo nella competizione, con tre assist in 14 presenze, per entrare anche nella squadra tipo della competizione. Abbastanza dunque per convincere il Lens a farne il successore di Fofana, il capitano migrato in Arabia Saudita, prima del rientro a Rennes.
esordi
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E a Rennes, Diouf aveva mosso i primi passi da professionista, con l'esordio a soli 17 anni nel maggio del 2021 contro il Psg, dove invece aveva trascorso tre annate, inseguendo i primi sogni di calciatore, da bambino tra il 2009 e il 2012. Comunque una partita particolare per il centrocampista nato a Neuilly-sur-Seine, alle porte della capitale, cresciuto a Nanterre, e sbocciato calcisticamente tra La Garenne-Colombes e Boulogne-Billancourt. Ma già allora il ragazzino aveva le idee chiare e puntava in alto. Così è stato portato in Bretagna dove, per esempio, richiedeva le registrazioni delle sue gare per studiarsele e migliorare.
determinazione
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A Lens, il 22enne ha allargato poi l'esperienza personale alla Champions, con due presenze, e all'Europa League, dove era stata riversata la squadra francese. Nel giro di due anni, Diouf si è imposto in una cultura calcistica offensiva, prima con Haise in panchina, poi con Still che ne ha valorizzato le capacità di percussione, di prendere palla e puntare la porta, e la naturalezza ad andare al tiro da fuori, facendo comunque pesare il suo impatto fisico nel recupero e nel contrasto. Tutte qualità da consolidare in un nuovo campionato e in una nuova sfida che il francese affronta con la determinazione di sempre: "Se lavori e credi in te stesso nel calcio va tutto velocemente".