Matteo è il migliore per dribbling e secondo nei recuperi. Corsa e sacrificio fondamentali per il Napoli
Vincenzo D'Angelo
13 ottobre - 12:04 - MILANO
Un uomo turbo, anche quando si tratta di recuperare da un infortunio. Un po’ perché la "stazza" lo consente, e un po’ perché – in fondo – si era capito anche dopo gli esami strumentali che il danno non fosse poi così grave. Però Matteo Politano ci ha messo come sempre del suo per accorciare i tempi e riprendersi in fretta il suo Napoli. La lesione al gluteo rimediata durante l’ultima vittoria contro il Genoa aveva un po’ gelato l’ambiente. E Antonio Conte stava già pensando a come poter sostituire uno dei suoi intoccabili. Ma una settimana dopo, Politano sembra già pronto a riaggregarsi al gruppo e quindi a poter rientrare dal primo minuto già a Torino. Certo, dovrà dare garanzie, dovrà dimostrare di essere al cento per cento perché prima della Champions e dell’Inter non si devono correre rischi. Però il dolore sembra sparito e Matteo è già pronto per riprendere il suo instancabile lavoro a tutta fascia: primo ad attaccare, ma anche primo a ripiegare sulla linea dei difensori senza palla.
doppia fase
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La trasformazione di Politano ha convinto tutti. Anzi, per certi versi ha colpito tutti, in primis Conte che lo aveva già allenato al primo anno di Inter. Pochi mesi insieme, poi Matteo fu ceduto proprio al Napoli, dopo un minutaggio esiguo: undici presenze in A per 253’ complessivi, più 4 partite in Champions per 62’ in campo. Insomma, Politano non era proprio al centro di quel progetto. Oggi, invece, è insostituibile e lo stesso tecnico azzurro lo ha esaltato tempo fa. "L’ho trovato molto più maturo rispetto a quando l’ho avuto all’Inter. Oltre alle sue qualità tecniche, abbina una grandissima attenzione tattica e una condizione fisica importante". Ecco, Conte non parla mai a caso e se si esprime così per un giocatore, significa che ne è rimasto davvero colpito. E poi ci sono i numeri sul campo a scolpire nella pietra le parole dell’allenatore. In questo campionato, Politano è tra i migliori della squadra in tanti fondamentali e non solo offensivi. Perché ci si può aspettare, ad esempio, che sia il primo per dribbling riusciti (11) vista l’abilità nell’uno contro uno in fascia. Meno che sia proprio Matteo il secondo miglior recuperi palloni della squadra (31) dietro ad Anguissa (36). Il mondo sottosopra, forse. Ma solo per chi non guarda il Napoli ad ogni partita.
super lavoro
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Politano in questo inizio di stagione è il quarto per minutaggio, dietro McTominay, Anguissa e Lobotka, che scavalcherà a breve, visto l’infortunio. Ma soprattutto, è il giocatore azzurro che calcia di più in porta (16, al pari proprio di Scott e Frank, altri due intoccabili per Conte). E nelle occasioni create, beh, è secondo dietro a re Kevin De Bruyne, arrivato a Napoli proprio per dare alla manovra di Conte quella svolta di qualità troppo spesso mancata nella passata stagione. Una qualità che invece ha sempre garantito Politano, che ha trascinato il Napoli allo scudetto trasformandosi in macchina da assist. Suo il passaggio scudetto per McT contro il Cagliari, e suo anche il primo assist dell’anno a Reggio Emilia, sempre per lo scozzese. Matteo cerca ancora il primo gol stagionale e su questo dovrà migliorare in questa sua seconda giovinezza. Ma per la mole di lavoro che fa, per i chilometri che si divora ogni volta a mille all’ora, ci sarebbe bisogno soltanto di dire grazie. Perché se esiste il Napoli dei Fab4 è perché sulla destra c’è Politano a garantire equilibrio e copertura. Una cosa per niente banale per chi ha sempre fatto l’attaccante. Ma Matteo, per il Napoli, non conosce la fatica. L’azzurro è una seconda pelle. E c’è più gusto a vincere da protagonista.