Pio Esposito, tesoro mondiale: non ha prezzo e l'Inter lo blinderà con ingaggio a crescere

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Dai gol in nerazzurro alla prima rete con l’Italia, tutti pazzi per il giovane bomber: il club ha già rifiutato 50 milioni e si prepara a raddoppiargli lo stipendio

Marco Fallisi

Giornalista

13 ottobre - 00:19 - MILANO

Da Seattle a Tallinn, il mondo ha già imparato a conoscere l’equazione vincente: il ragazzone con il fisico da gigante e la faccia da bambino prima segna un gol, poi mostra i muscoli e tutti si sentono più forti. La Nazionale di Gattuso, che corre decisa verso i playoff per il Mondiale americano, ma soprattutto l’Inter, che proprio in un Mondiale negli Stati Uniti ha alzato il sipario sul gioiello di famiglia dal futuro assicurato e sta raccogliendo i frutti orgogliosa: Pio Esposito da Castellammare di Stabia, anni 20, è il tesoro che tutti vorrebbero avere ma se lo godono solo in nerazzurro. Se tutto andrà come si spera, l’Italia intera si aggiungerà alla festa tra una manciata di mesi, dopo che nel frattempo, magari, l’Inter avrà blindato il suo pezzo pregiato: per il club il talento di Pio non ha prezzo e, se la crescita proseguirà come in questi primi mesi, anche l’ingaggio potrà salire verso l’alto. 

capitale

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Con Pio nel motore, il club di viale della Liberazione non si sente solo più forte ma anche più ricco, in tutti i sensi. Perché il talento cresciuto a pane e Inter è una scalata continua in carne e ossa: ogni partita un piano più su, ogni pallone buttato dentro una foto da prima pagina. L’ultima, Esposito l’ha stampata nel freddo di Tallinn: Kean, titolarissimo dell’attacco di Gattuso alza bandiera bianca poco dopo aver sbloccato la partita con l’Estonia, Pio entra, si muove con la sapienza di un centravanti di trent’anni e segna con un colpo da 9 vero. Scene già viste in nerazzurro, dal primo centro al debutto da titolare contro il River Plate lo scorso 26 giugno — quando di anni ne aveva ancora 19 — fino alla prima rete in Serie A, a Cagliari, da subentrato proprio come l’altra sera in Estonia. Pio è il capitale umano dell’Inter, è il nerazzurro che meglio di tutti incarna i tratti del profilo ideale per il nuovo corso targato Oaktree perché è giovane, ha margini di crescita enormi e un valore che può lievitare in maniera vertiginosa nel giro di pochi mesi. Specialmente se il ragazzo manterrà il passo di questi primi tempi in nerazzurro: gol, certo, ma anche movimenti generosi, sponde intelligenti per i compagni e migliaia di metri macinati — contro l’Ajax in Champions, al debutto da titolare in stagione, sono stati 11.570, più di tutti gli altri giocatori in campo — grazie a quello spirito di sacrificio che Chivu chiede ai suoi dal primo giorno di lavoro ad Appiano. E allora, la corsa del bambino d’oro stupisce solo fino a un certo punto, perché Esposito ricambia la fiducia del suo tecnico con prestazioni all’altezza dei big, come fosse un veterano che frequenta lo spogliatoio interista da anni. Non a caso Chivu ne ha elevato presto lo status, da scommessa a vice Lautaro o vice Thuram, scegliete voi perché non fa differenza: Pio può giocare al fianco del capitano o di Marcus e il suo rendimento non scenderà di una virgola. 

Ritocco

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In questa storia, l’Inter ha avuto un grande merito che ha sempre declinato nel modo giusto: su Pio ci ha visto lungo e si è mossa di conseguenza. Dal 2014, quando ha messo le mani sul più piccolo dei tre fratelli nati a due passi da Napoli e cresciuti a Brescia — investendo peraltro anche sugli altri due, Salvatore e Sebastiano, oggi rispettivamente allo Spezia e al Cagliari — fino all’ultimo rinnovo firmato la scorsa primavera, dopo il prestito biennale allo Spezia. Rientrato alla casa madre, Pio ha autografato un contratto fino al 2030 e il suo stipendio è salito dai circa 300mila euro percepiti in precedenza (con scadenza 2027) al milione attuale. Beppe Marotta e Piero Ausilio, presidente e ds nerazzurri, hanno confezionato un affare ma è logico ipotizzare che club e giocatore in futuro, magari alla fine di questa stagione, possano sedersi a ridiscutere i termini dell’accordo: lo stipendio potrà raddoppiare o poco più, diciamo tra i 2 e i 2,5 milioni. 

Incedibile

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Anche perché il potenziale di Esposito va blindato come si usa di questi tempi con i giovani bomber della sua taglia: il suo nome è giustamente finito sul taccuino delle big di mezza Europa e inquadrarlo con una valutazione “fissa” è un’impresa quasi impossibile, visto il rendimento in continuo movimento. Per un parametro di riferimento, allora, vale la pena riavvolgere il nastro e tornare indietro di qualche mese: questa estate l’Inter ha rifiutato offerte da 50 milioni per Pio, oltre a non avere nemmeno preso in considerazione l’ipotesi di uno scambio alla pari con Lookman. Di proposte indecenti ne arriveranno altre, c’è da scommetterci, ma una cosa è sicura: se Esposito era incedibile ad agosto, lo è ancora di più oggi. L’Inter non cambierà certo idea proprio ora che il pulcino Pio è diventato grande.

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