Tra commozione, ricordi e
speranze, con l'auspicio di veder approvata una legge regionale
sul fine vita, Perugia ha reso omaggio a Laura Santi, la
giornalista e attivista dell'associazione Luca Coscioni malata
di sclerosi multipla morta con il suicidio assistito il 21
luglio. Lo ha fatto in una gremita Sala dei Notari dove si è
svolto un evento in sua memoria.
Una commemorazione fortemente voluta dalla stessa Laura. "So
che mi regalerete un angolino di immortalità" aveva ripetuto
alle persone più care. Il marito Stefano Massoli e la sindaca di
Perugia, Vittoria Ferdinandi, hanno così raccolto la sua volontà
e l'hanno trasformata in realtà con l'iniziativa "Perugia per
Laura" aperta da un lungo applauso. "Grazie per essere qui anche
da parte di Laura" ha detto il marito.
L'iniziativa si è caratterizzata quindi come un momento per
raccontare, chi era Laura. "Libera, battagliera, fieramente
convinta che per i diritti ci si dovesse mettere in gioco in
prima persona, come ha fatto lei" è stato detto.
All'evento si sono alternati interventi di rappresentanti
delle istituzioni comunali e regionali, oltre che quelli di
esponenti dell'associazione Luca Coscioni, come Marco Cappato
(tesoriere), Filomena Gallo (segretaria nazionale) e Matteo
Mainardi (responsabile iniziative sul fine vita), che con la
giornalista hanno portato avanti la battaglia legale, quelli di
alcune amiche che l'hanno sostenuta nel suo cammino.
Per la sindaca l'incontro alla Notari si è caratterizzato
come "un momento necessario e prezioso per ritrovarci intorno
alla grande eredità di Laura". Perché, ha poi aggiunto, "i corpi
se ne vanno ma quando siamo di fronte a vite che hanno saputo
trasformare il proprio dolore individuale in una lotta
collettiva c'è un messaggio che non si esaurisce mai affinché la
grande lezione sulla dignità umana che lei ci ha lasciato
continui a vivere dentro le nostre istituzioni e comunità".
Oltre alla sindaca, sono intervenuti poi anche l'assessore
regionale al welfare Fabio Barcaioli e la presidente
dell'assemblea legislativa regionale Sarah Bistocchi.
"La forza di Laura - ha poi sottolineato Cappato - è essersi
rifiutata di vivere nel privato una condizione di sofferenza e
tortura che ha voluto invece rendere pubblica per aiutare le
altre persone che si troveranno nelle sue condizioni ad essere
libere di decidere fino alla fine".
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