"La nostra Costituzione dedica poche ma significative disposizioni alla pubblica amministrazione. Gli articoli 97 e 98 attribuiscono all'amministrazione un'autonoma evidenza nell'ambito del potere esecutivo. La visione di un'amministrazione imparziale è debitrice del costituzionalismo liberale ed è stata fatta propria dai Costituenti, consapevoli di come, in epoca fascista, l'apparato pubblico fosse stato utilizzato per la soppressione delle garanzie e dell'equilibrio tra i poteri pubblici. Costantino Mortati, grande maestro, membro autorevole dell'Assemblea Costituente, sottolineò come un ordinamento democratico debba avere un'amministrazione obiettiva della cosa pubblica e non un'amministrazione di partiti. I funzionari pubblici - per volontà della Costituzione - devono operare al servizio della collettività e vanno sottratti all' influenza dei partiti politici".
Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando i vincitori del nono Corso-concorso per dirigenti pubblici organizzato dalla Scuola Nazionale dell'Amministrazione.
"Da qui la necessità - ha aggiunto il presidente Mattarella - di organizzare i pubblici uffici secondo il principio di imparzialità che è condizione di buon andamento perché consente di esercitare la discrezionalità amministrativa sulla base di criteri oggettivi, attraverso una ponderata valutazione di tutti gli interessi coinvolti, pubblici e privati. Questo modo di operare delle amministrazioni costituisce garanzia di parità di trattamento per tutti i cittadini che entrano in rapporto con il loro operato. Occorreva, inoltre, secondo il Costituente, assicurare l'eguaglianza di tutti i cittadini nell'accesso alle cariche pubbliche. Per realizzare tali obiettivi si convenne - ha ricordato ancora il capo dello Stato - che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si potesse accedere soltanto mediante concorso. Il concorso tutela il merito e garantisce un identico trattamento di tutti i candidati".
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