Per le banche un conto da 10 miliardi. Patuelli: "Serve rispetto"

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   Un conto da 10 miliardi per le banche in tre anni nella manovra, poco più leggero rispetto agli 11 miliardi previsti dal Dpb ma che ribadisce tutte le principali misure stabilite dal governo, fra cui il contestato e definitivo aumento dell'Irap. Il testo bollinato dalla Ragioneria, pronto per il vaglio del Parlamento, conferma i principali timori degli istituti di credito i quali sono riusciti a ottenere solo limitati cambiamenti rispetto alla prima bozza, mentre dalla Lega continuano ad arrivare richieste per un inasprimento del contributo nel passaggio a Camera e Senato.

    Ufficialmente l'associazione non si esprime ancora ma il presidente dell'Abi Antonio Patuelli chiede "maggior rispetto" per le banche, le quali "devono fare il loro lavoro con un totale clima di serenità". Patuelli avvisa che il comparto non "è un corno della fortuna" che distribuisce abbondanza e utili visto che oltretutto all'orizzonte c'è un calo dei margini e delle commissioni. Nel suo videocollegamento al Salone del Leasing, il banchiere ravennate sottolinea che della legge di bilancio "parlerà solo quando sarà stampata dal ramo del Parlamento che la esaminerà, cioè il Senato". Una scelta consueta per Patuelli e che si inserisce nella linea dell'Abi di questi giorni.

    Durante i colloqui con il governo, l'associazione ha infatti tenuto un profilo basso viste anche le polemiche politiche. Una serie di incontri che non ha impedito il varo di misure le quali, come ha detto il ministro Giorgetti sono "in parte concordate e in parte non" con il comparto. Se infatti sono state cambiate lievemente le norme, rendendole meno pesanti, sui limiti alla deducibilità degli interessi passivi e sulle svalutazioni per le perdite sui crediti, l'impianto generale è rimasto invariato nella sostanza. E' così previsto un gettito di 4,11 miliardi nel 2026 (a patto che le banche 'liberino' i cuscinetti di capitale accumulati a riserva gli scorsi anni per un introito statale 1,65 miliardi di euro), un importo quasi identico nel 2027 che scende poi a 1,8 miliardi.

    Certo gli istituti di credito godono di ottima salute con utili importanti (l'ultima è stata Unicredit a confermare un utile netto di 10,5 miliardi per l'anno in corso) e un patrimonio solido, ma le condizioni stanno cambiando.

    Patuelli richiama quindi il clima della crisi finanziaria di dieci anni fa quando si vedevano "solo le negatività" delle banche mentre ora si esagera nel senso opposto: "non c'è un corno della fortuna che scarica sulle banche le utilità e scansi i rischi", ha sottolineato. All'orizzonte, come emerso anche nelle ultime previsioni Abi-Cerved, c'è il ritorno della crescita dei crediti deteriorati e una crescita del Pil italiano debole dello 0,6% sia quest'anno sia il prossimo secondo quanto stima la Banca d'Italia. I dazi Usa stanno già colpendo le imprese italiane nelle esportazioni dopo la fiammata dei mesi scorsi dovuta agli acquisti per costituire le scorte con conseguenze sulle domande di finanziamento. 

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