Lieve aumento del lavoro da remoto
(+1%) per i dipendenti della Banca d'Italia nel 2024, con
effetti benefici anche sulle emissioni inquinanti mentre
l'istituto centrale razionalizza sempre più le proprie sedi
accorpando gli spazi di lavoro e rendendole adatte alla
condivisione. Scorrendo la relazione della Banca d'Italia sulla
gestione e sostenibilità, emerge come oramai lo smart, o meglio
il modello di lavoro ibrido adottato nel 2022, sia una realtà
consolidata più frequente nell'amministrazione centrale (il 42%
delle giornate lavoro è stata effettuata da remoto) che in
quelle periferiche (28%) con una media totale del 38%.
Lavorare da casa, al netto dei consumi elettrici o di
riscaldamento indispensabili, è comunque positivo per
l'ambiente, spiega il rapporto suffragato da una specifica
misurazione concordata con l'Enea: gli spostamenti casa-lavoro
dei dipendenti, comportano 4,1 chilogrammi di anidride carbonica
equivalente; gli extra consumi domestici di energia elettrica
e termica dovuti al lavoro da remoto invece sono pari a 1,1
chilogrammi.
A parte la cessione di alcune filiali, nell'ambito del piano
di razionalizzazione, la Banca sta inoltre migliorando la classe
energetica dei propri edifici: installando luci Led e
sostituendo le caldaie con pompe di calore, sostituendo infissi
e inserendo sensori di regolazione. E' stata inoltre disposta la
chiusura temporanea durante le festività e nel periodo estivo di
alcuni edifici non aperti al pubblico.
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