Pazza Inter e il Bosco Verticale: una giornata da Lookman

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Siamo entrati nella mente dell'attaccante dell'Atalanta, che si è promesso all'Inter

Luigi Garlando

Giornalista

7 agosto - 07:13 - MILANO

Ademola Lookman si sveglia a metà mattina, con calma. Si toglie il pigiama provocatorio, una maglia del Brescia di Aimo Diana e, sotto la doccia, fischietta "Pazza Inter amala!". È allegro. Chiama l’ex medico di Koopmeiners e si assicura che sia stato recapitato all’Atalanta il certificato medico che lo esenta dall’allenamento. "Fatto – risponde il dottore - ma oggi potrebbe arrivarti una visita fiscale". Monta sull’auto sportiva e sgomma. Punta Milano per visionare alcune case. Davanti a Zingonia gira idealmente il remake della famosa scena di Alberto Sordi: "Lavoratori…". Un ragazzo sta scrivendo "Ademola resta!" sui muri del Bortolotti. Look inchioda e corregge con la bomboletta: "Ademola fa rima con Mazzola". 

ligabue

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Entra in autostrada, ma riceve una chiamata: "C’è un dottore che ti cerca". La visita fiscale! Esce a Dalmine, torna a casa, entra da una porta di servizio e si rimette a letto. "Dica 33". Ademola pensa: "Il numero di D’Ambrosio all’Inter. Ora è libero". Riparte e spara a palla "Urlando contro il cielo" di Ligabue. Visita un appartamento del Bosco Verticale: "Troppe piante". Verifica sull’app della banca che sia arrivato il mensile da 150 mila euro. "C’è. Per ora i Percassi mi pagano ancora". Pranzo alla milanese: risotto giallo e cotoletta. Si allena al Parco Sempione con la mitica maglia nerazzurra di Ciriaco Sforza. Telefona a Gasperini: "Mister, devo sparire da Bergamo. Mi ospita un po’ a Roma?". Gasp: "Basta che non calci i rigori". Si addormenta leggendo la Vita di Peppino Prisco, sotto il poster della Brignone, l’anti-Goggia. Naturalmente sogna San Siro.

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