Parlamento in ferie, alla ripresa atteso sprint riforme

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 Compiti quasi fatti - manca solo la terza lettura del decreto Sport attesa alla Camera, dopo la resa della maggioranza sui rilievi del Quirinale - il Parlamento va in vacanza. Riprenderà tra un mese. E sono tanti i rimandati a settembre: dalle riforme costituzionali fino ad altre leggi a un passo dal traguardo, ma rallentate a luglio per dare precedenza ai decreti in scadenza. A settembre, però, è sulle riforme che la maggioranza intende scommettere e probabilmente accelerare.
    In pole c'è la separazione delle carriere della magistratura.
    La legge tanto cara ai berlusconiani che distingue i percorsi tra pm e giudici, è riuscita a sorpassare - nell'iter - la "madre di tutte le riforme" cioè il premierato come lo battezzò Giorgia Meloni. Nonostante la pioggia di emendamenti delle opposizioni e il 'canguro' imposto dal centrodestra per tagliarli, il 22 luglio ha incassato il secondo ok, al Senato.
    Quindi è tornata in commissione a Montecitorio per il terzo step. Ma qui la marcia sarà veloce, non essendo ammesse modifiche e, a tre mesi dal secondo voto, si riaffaccerà a Palazzo Madama per l'ultimo sigillo. Pronta a imboccare la strada del referendum che la maggioranza ha messo in conto in primavera.
    Resta in affanno, invece, la riforma per l'elezione diretta del premier. Superato il primo scoglio al Senato, la proposta della ministra Casellati si è arenata nella commissione Affari costituzionali della Camera. E non solo per le tante audizioni o l'ostruzionismo delle minoranze. Il ralenti è sembrato a un certo punto necessario, nel centrodestra, anche per scongiurare altre frizioni interne. Ultima arrivata ma destinata a ritmi di marcia è la legge costituzionale per realizzare il sogno di "Roma capitale", molto caro alla destra, cioè dare potestà legislativa e autonomia finanziaria alla Città eterna. Pochi giorni fa l'ok del Consiglio dei ministri, in autunno l'esame che probabilmente partirà dalla Camera dove c'è una proposta simile del Pd.
    Rinviata a settembre, ma con un accordo bipartisan, pure la partita sul fine vita. Il disegno di legge sul suicidio medicalmente assistito è stato a bagnomaria per mesi al Senato.
    A inizio luglio lo sprint della maggioranza, che ha partorito un testo escludendo ogni ruolo per il Servizio sanitario nazionale e introducendo un Comitato di nomina governativa. Altissimo il muro alzato dal centrosinistra, e non solo via emendamenti. Fino alla tregua agostana: le modifiche saranno votate a settembre nel tentativo di un approdo in Aula lo stesso mese. All'ultimo miglio anche la legge che introduce il reato di femminicidio (e che lo punisce con l'ergastolo): manca solo l'ok della Camera, dove si spera di replicare il voto unanime del Senato. In cantiere anche il ddl sulla rateizzazione delle cartelle esattoriali, la cosiddetta 'rottamazione 5', vecchia bandiera della Lega e che attende l'ok della commissione Finanze, e il ddl sulla caccia subissato però da oltre 1000 emendamenti delle sinistre. 

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