Si ricompone lo scontro tra Asja
Cogliandro e il suo club, Black Angels Perugia, accusato
dall'atleta di averla mandata via perché incinta. Ricostruzione
"capziosa e priva di fondamento" secondo la società, perché non
ci sarebbe stato alcun licenziamento. Al termine della Camera di
conciliazione tra Cogliandro e Black Angels, il presidente della
Lega pallavolo femminile, Mauro Fabris, ha spiegato che le
parti, dopo il confronto, hanno "condiviso quanto proposto dalla
Lega, trovando un accordo di reciproca soddisfazione sulla base
delle intese contrattuali inizialmente in essere".
"Le parti coinvolte hanno esposto le proprie ragioni
riconoscendo che la vicenda, che doveva e poteva essere gestita
meglio nel massimo rispetto della particolare condizione di
Asia, è nata anche da una serie di reciproche incomprensioni e
dall'utilizzo e dalla diffusione di notizie e termini inesatti"
riporta la nota della Lega pallavolo femminile. "Non c'è mai
stato ad esempio - ha quindi spiegato Fabris - il licenziamento
dell'atleta. Non c'è mai stato nessuno sfratto dall'appartamento
dato a lei in uso dalla società, ma una incomprensione riguardo
alle modalità di liberarlo dopo che la stessa atleta aveva
lasciato Perugia".
Dopo la Camera di Conciliazione, convocata dalla Lega per
chiudere il caso, le parti al tavolo "hanno ribadito come questa
vicenda debba servire per il futuro affinché le nuove normative
sul lavoro sportivo agiscano per un'effettiva tutela della
maternità delle atlete, soprattutto per quanto riguarda
l'efficacia delle coperture previdenziali previste, che devono
essere comparate a quelle delle altre lavoratrici ma
considerando la particolare condizione di un'atleta che
evidentemente non può continuare ad allenarsi e scendere in
campo quando sta per diventare mamma", ha spiegato ancora
Fabris. Annunciando l'impegno "d'intesa con le giocatrici, a
definire un protocollo valido per tutti i club da inserire nei
prossimi contratti".
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