Ortocheratologia: cosa sono e come funzionano le lenti a contatto notturne

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Può rappresentare un'alternativa nella correzione dei difetti visivi, ma bisogna considerare i limiti e affidarsi a mani esperte

Sabrina Commis

21 ottobre - 11:55 - MILANO

Si parla sempre di più delle lenti a contatto notturne, in particolare di ortocheratologia notturna. Ma di cosa si tratta? Lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Esmeralda Pagliaro, oculista di MioDottore.

Dottoressa, quali sono e che caratteristiche hanno le lenti a contatto notturne? 

"Tra le varie opzioni correttive, per le miopie lieve-moderate fino a -6 diottrie, esiste la possibilità di indossare particolari lenti a contatto durante il sonno. Questa tecnica si chiama ortocheratologia. Si tratta di applicare una lente a contatto rigida gas permeabile, costruita su misura per ogni singolo paziente dopo una attenta analisi tra cui la misurazione della curvatura cornale mediante topografia corneale. Al mattino la lente a contatto viene rimossa e il paziente gode di una visione nitida, senza la necessità di usare occhiali o altri tipi di lenti a contatto durante il giorno". 

Come agiscono queste lenti? 

"Durante le ore notturne la particolare geometria della lente determina una redistribuzione delle cellule epiteliali della cornea, appiattendola nella zona centrale con conseguente correzione del difetto refrattivo. Potremmo dire che si ha una deformazione della curvatura della cornea simile a quella conseguente agli interventi laser chirurgici. Ma temporanea, perché il loro effetto si esaurisce durante la giornata". 

Chi è candidato all’uso? 

"Le lenti si possono indossare a qualsiasi età, ma la fascia preferibile è quella dell’età scolare tra i 6 e i 18 anni. Questo perché alcuni studi hanno dimostrato che l’ortocheratologia rallenta la crescita della lunghezza assiale del bulbo oculare, che è alla base della progressione della miopia durante lo sviluppo. Il motivo per cui si verifica questo rallentamento della miopia sta nella capacità della lente a contatto di creare una visione retinica centrale nitida e un defocus sulla retina periferica, che è lo stesso principio che utilizzano le recentissime lenti da occhiale a defocus". 

Esistono rischi connessi al loro uso? 

"Sì, ci sono rischi simili a quelli delle normali lenti a contatto diurne. Il più temibile sono le infezioni (cheratiti infettive anche gravi), infiammazione e occhio rosso da ipossia corneale. Per limitare le possibili complicanze è necessaria una corretta gestione di questi dispositivi medici. Prima di tutto va eseguita una visita oculistica completa che escluda la presenza di controindicazioni. Va poi mantenuta un’accurata igiene della lente a contatto stessa e di chi la maneggia. In caso di occhio rosso ne va sospeso subito l’uso e bisogna rivolgersi al proprio oculista o contattologo".

Dottoressa, in breve quali sono i pro e i contro?

"Da una parte consente, in particolare ai ragazzi, di praticare attività sportiva o ludica in libertà, senza la limitazione imposta dall’utilizzo di occhiali o lenti a contatto durante il giorno con il vantaggio di rallentare la progressione della miopia. Di contro, espone l’occhio ai rischi comuni all’uso delle lenti a contatto, con qualche percentuale maggiore rispetto alla lenti a contatto diurne".

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