"Per me questo è un giorno molto
triste, volevo molto bene a Nino Benvenuti, lui era la mia luce,
la mia fonte d'ispirazione". Patrizio Oliva, al telefono con
l'ANSA, commenta così la scomparsa del fuoriclasse della boxe
che ha fatto la storia dello sport italiano.
"Ci accomunava una cosa - dice ancora Oliva - lui e io siamo
stati gli unici pugili italiani e a vincere in un'Olimpiade, lui
a Roma e io 20 anni dopo a Mosca, l'oro e la Coppa di miglior
pugile del torneo. Lui aveva visto molto bene il mio futuro,
ricordo che quando io vinsi, a 17 anni, il mio primo titolo
italiano dilettanti lui, che mi aveva visto combattere, disse
'questo ragazzino sarà il mio erede'".
Ma cos'è stato Benvenuti per la boxe, soprattutto quella
italiana? "Lui ha cambiato il modo di combattere - risponde
Oliva -, con eleganza e stile. E poi ha dato lustro al pugilato,
lo ha fatto conoscere, perché prima di lui c'erano pugili che
non sapevano mettere insieme due parole e lui invece era una
persona attraente, che sapeva parlare bene e come farsi
ammirare". "Sì, Nino ha davvero ispirato tanti di noi - conclude
Oliva-, e per me è stato il mio faro".
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