"Basta con i fallimenti: al Mondiale
dobbiamo andare". All'indomani della vittoria in Estonia e in
vista della sfida a Israele, nella quale la nazionale punta a
blindare il secondo posto del girone e l'accesso ai play off,
Leonardo Spinazzola racconta il suo ritorno in nazionale e quale
clima ha trovato con la nuova gestione Gattuso.
"Gattuso - ha raccontato il terzino del Napoli,
nell'intervista esclusiva alla Rai, in onda stasera alla
Domenica Sportiva - mi aveva chiamato prima del primo raduno,
dicendomi che mi vedeva e che le porte erano aperte. La
convocazione? In verita' e' stata una telefonata molto breve,
poche parole: 'Leo abbiamo bisogno di te'...".
Tornato in azzurro dopo due anni, e con alle spalle
l'infortunio che lo fermo' durante la cavalcata vincente a Euro
2020, Spinazzola ha fatto confronti tra quella nazionale e
questa. "Fino a pochi anni fa c'erano Bonucci e Chiellini,
grandi uomini, che in nazionale avevano vinto e perso, avevano
piu' esperienza. Ma qui ci sono giovani che giocano nei club
finali di Champions ed Europa League. Questa e' la strada". "Da
quel che ho visto in questa settimana - ha aggiunto l'azzurro -
c'è un grande clima, Gattuso e' stato bravissimo. Vedo
soprattutto che sappiamo di essere forti, possiamo dire la
nostra. Devono finire qui i fallimenti, dobbiamo andare a
giocarci il Mondiale".
Spinazzola ha poi raccontato di aver dovuto affrontare mesi
difficili, dopo la completa rottura del tendine d'Achille che lo
ha tenuto lontano dai campi da gioco per piu' di un anno. "E'
normale che sono cambiato, le mie caratteristiche sono diverse,
non sono piu' esplosivo come prima. Ma sono migliorato molto
sotto l'aspetto mentale, nell'intelligenza in campo. I due anni
post infortunio - la confessione - sono stati molto duri.
Rimanevo bloccato nel passato, nella visione di quello che ero
prima: ho avuto il bisogno di lavorare con dei professionisti,
oramai sono mie amiche, mi hanno dato una grande mano. Succede,
non c'e' nulla di sbagliato, con questo aiuto ho fatto un grande
percorso. E anche la mia famiglia ha fatto tanto". Insomma,
"sono un altro giocatore, e sono felice del giocatore e
dell'uomo che sono diventato. Sono andato avanti, ho
oltrepassato quell'immagine dell'Europeo, e spero che lo
facciano anche gli altri".
Infine, Antonio Conte: "Era dai tempi di Gasperini che non
lavoravo cosi' forte sotto l'aspetto fisico - il complimento -
lui ha alzato di nuovo il mio livello. E anche quello mentale.
Devo tanto anche a lui".
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